IL CLUB DI BEA
Intervista all’autrice…
Beatrice Masci
 
 
Buongiorno lettori,
oggi prendo parte a un bellissimo progetto ideato da Elisa Costa, una sorta di club del libro virtuale dedicato all’autrice Beatrice Masci.
Il progetto durerà tre mesi, dove i blog partecipanti leggeranno tre libri dell’autrice e nello stesso giorno pubblicheranno la recensione con le loro considerazioni personali.

Per il mese di maggio il libro è un particolare diario di viaggio: “In cammino verso Compostela: diario di bordo scritto con i piedi“.
Questo libro lo avevo già letto qualche anno fa, quindi in accordo con Elisa e l’autrice vi propongo un’intervista, con alcune domande specifiche per il libro.
 
A questo link vi lascio comunque anche la recensione che le avevo fatto.
 

 

Pronti a conoscere Beatrice e il suo libro?

Diamole quindi un grande Benvenuto ed eccovi l’intervista.

1 – Raccontaci di te.
Che dire? Sono una persona curiosa, mi piace leggere, amo scrivere. Mi piacciono molto tutti gli animali, anche se ho paura praticamente di tutti. Per diversi anni ho insegnato ai bambini delle scuole elementari e poi ho iniziato a scrivere per un quotidiano e sono diventata una giornalista. Questo è quanto.
 
2 – Quando è nata la passione per la scrittura?
Molto tempo dopo quella per la lettura. Ho letto e leggo di tutto, dai fumetti ai classici. Ancora adesso sul mio comodino ci sono almeno due libri da finire. In seconda media partecipai a un concorso. Occorreva scegliere tra un disegno e un racconto. Essendo io negata nel disegno, la professoressa mi propose di provare con il racconto. Mi inventai la storia del “Signor Dupont e la macchina del tempo”. Vinsi il primo premio. Ho iniziato allora a scrivere racconti ironici per me e per pochi amici che li leggevano e si divertivano. E’ iniziata più o meno così, come per milioni di adolescenti di tutte le epoche.

 

3 – Quali sono i libri e / o racconti che hai pubblicato finora?

Ho pubblicato tre libri: “Vado a vivere in campagna: istruzioni per l’uso”, “In cammino verso Compostela: diario di bordo scritto con i piedi” e di recente “La strada scomparsa”.

 

4 – Da cosa trai ispirazione per le tue storie?

Da sprazzi di realtà, spesso da sogni, immagini, a volte basta un pensiero che mi colpisce.

 

5 – I personaggi sono meramente inventati o ricalcano qualche persona reale?

In ogni personaggio c’è sempre qualcosa di reale, può essere il modo di parlare, di interagire, il modo di vestire di una persona reale. Poi, però, entra in gioco la fantasia e della realtà resta solo qualche sprazzo.
 
 

 

6 – In “In cammino verso Compostela” come è nata l’idea di raccontare il tuo viaggio attraverso “i piedi”?

Perché sono stati i piedi a percepire, prima ancora di me, cosa avrebbe rappresentato quel viaggio. Loro lo hanno capito subito, dopo il primo giorno di cammino già sapevano il guaio in cui mi ero infilata da un punto di vista fisico.
 

 

 

 

7 – Che cosa ti ha colpita di più durante tutto il viaggio?

L’assoluta mancanza dell’esigenza di programmare. L’unico pensiero concreto, quando la mattina ti metti in viaggio, è quello di camminare. E se non programmi ti accorgi di poter vivere intensamente ogni attimo, ogni incontro, ogni momento di frustrazione o di esaltazione Semplicemente vivi. Esperienza che purtroppo non riusciamo a fare nel quotidiano, presi come siamo ad incastrare appuntamenti esigenze. Spesso si rischia di vivere in funzione del dopo. Ma così facendo perdiamo il presente.
 

 

8 – Lo rifaresti?

Subito.

 

 

 

 

9 – E i tuoi piedi lo rifarebbero?

Dovresti chiederlo a loro ma non mi assumo la responsabilità di cosa potrebbero rispondere.
 

 

 

 

10 – Domanda ancora per “i piedi”: voi cosa ne pensate di tutto il percorso che avete fatto?

Tutto il male possibile. Siamo i piedi di una cretina, è questo il problema. E poi, a quale percorso ti riferisci? Noi non abbiamo visto nulla anche se abbiamo percepito tutto e ne paghiamo ancora le conseguenze. Il problema è che la cretina non si ferma e ogni anno prende lo zaino e parte. Zona rossa? Il governo dovrebbe pensare in grande: una immensa, sconfinata zona nera in cui è severamente vietato percorrere senza mezzi di locomozione più di trecento metri, è vietato chiuderci in scarpe con il tacco a spillo e soprattutto chiediamo l’obbligo di pedicure ogni due giorni, con massaggi e creme. La richiesta sullo stop ai tacchi a spillo è a nome della categoria, visto che noi ci siamo sempre rifiutati di infilarci in assurdi trampoli. Riferisci tu a Draghi le nostre proposte? Anche se a dirla tutta, essendo anche tu una bipede, sei di sicuro come la cretina. Ti basta? Non ci scocciare più.

 

 

11 – Quale è stato il posto più bello visitato?

Tutti, anche i più difficili da raggiungere. Penso al primo giorno: i Pirenei. Poi la Meseta: luoghi e ambienti difficili, ma le forti sensazioni provate ci sono ancora tutte. Indelebili. E poi le città: Pamplona, Burgos, Leon, Finisterre e ovviamente Santiago. Tutti luoghi incantevoli che riescono ancora a riportare alla mente incontri, scorci, a volte problemi fisici. Ma si tratta di sensazioni totalizzanti.
 

 

 

 

 

12 – Cosa consigli a chi vorrebbe farlo?

Di prendere lo zaino e partire. A pensarci troppo si rischia di restare a casa.
 

 

 

 

13 – Quando l’emergenza Covid sarà finita, hai in mente qualche altro viaggio particolare?

Si, due anni fa ho percorso un tratto della via Francigena e sono arrivata a Roma, L’idea è di proseguire verso sud. Spero di poterlo fare, almeno per un tratto, questa estate. Ma ci sarebbe pure l’Irlanda che mi attrae, e non poco.

 

 

14 – Cosa ne pensi del self publishing?

Una grande e interessante novità. Perché se arrivi alla pubblicazione è solo per tua scelta.

 

15 – Se a tua volta sei un autore self curi da solo ogni fase di pubblicazione o ti avvali di qualche collaboratore (esempio: agenzie letterarie, correttori di bozza, illustratori, ecc.)?

I primi due libri sono stati pubblicati da due editori diversi, il terzo, “La strada scomparsa” è nato in pieno lockdown, difficile la ricerca di un editore. Trattandosi poi di un libro di racconti, è nato praticamente con questo handicap, visto che le case editrici non amano i racconti, per cui ho scelto il self. Un mondo a me del tutto o quasi ignoto, per cui senza la preziosa collaborazione di una persona esperta in questo settore, che cura anche la mia pagina facebook, oltre ad essersi occupata della correzione delle bozze, non ci avrei neppure provato.

 

16 – Cosa ne pensi delle case editrici a pagamento?

Nulla, libere di fare il loro mestiere. Ma non mi interessa pubblicare a pagamento.
 
17 – Ultimamente stai lavorando a qualche nuova opera?
Sì, diverse persone mi hanno suggerito di trasformare il libro sul cammino in un fumetto con protagonisti i piedi. Ci sto seriamente pensando

 

 

18 – E qualche altro libro con una narrazione particolare come “In cammino verso Compostela”?
Se “In cammino verso Compostela” diventerà un fumetto gli autori saranno i piedi, con la loro arroganza e la totale mancanza di buone maniere che nel libro ho in qualche modo limitato.

 

 
19 – Come concili la passione per la scrittura con la vita personale e quotidiana?
Si tratta di una passione e non di un lavoro, per cui scrivo nei momenti più impensati, e soprattutto senza scadenze e pressioni di sorta. Fino a quando mi diverto va bene così.

 

20 – A quale autore / autrice ti ispiri, se ti ispiri?
Citarli tutti sarebbe impossibile, e allora te ne dico solo uno, ma non è un autore, è un personaggio: Mafalda

 

21 – Qual è il tuo libro preferito?
Monte Cinque di Paulo Coelho.

 

22 – Cosa ne pensi del mondo dell’editoria in generale?
Mi viene in mente la prima tappa del cammino verso Santiago: salite e ancora salite tra boschi e animali. Da togliere il fiato solo a pensarci. Sembrava di non arrivare più. L’editoria è così, un mondo difficile da comprendere e ancora più complicato da penetrare.
 
23 – Dove possiamo contattarti (e- mail, pagine social, blog personale, ecc.)?
 
 
Ringrazio tantissimo Beatrice per questa intervista, non vedo l’ora di leggere i suoi prossimi libri… e voi? La conoscevate già? Vi è piaciuta l’intervista?
 
Vi invito a visitare anche gli altri blog che prendono parte al progetto per leggere le loro opinioni sul libro di Beatrice.

Buona lettura!