Intervista all’autore…
Carlo Amedeo Coletta

Buongiorno lettori,

per questa rubrica oggi vi presento Carlo Amedeo Coletta.

Diamogli un grande Benvenuto ed eccovi l’intervista.

1 – Raccontaci di te.

Eccoci qui per l’intervista. Mi auto chiedo di accomodarmi e sono pronto.

Prego Carlo, vuole accomodarsi? Uh sì, grazie me stesso, sei gentilissimo.

Mi chiamo Carlo Amedeo Coletta e questo doppio nome in stile monarchico è solo il frutto della poca fantasia. Porto il nome di mio nonno paterno, Carlo, e di mio papà….paterno….Amedeo. Carlo Amedeo. Sono un esule in patria, nato a Roma, vissuto in Lunigiana, studiato a La Spezia, Accademia Navale a Livorno, imbarcato su varie navi della Marina Militare in Sicilia e poi in Puglia. Ho anche gestito un ristorante, navigato su improbabili traghetti e da 13 anni, ormai, lavoro presso un’agenzia marittima seguendo le pratiche doganali di export. Il lavoro si chiamerebbe “transitario doganale” ma è troppo difficile da dire. Ho 3 figli ma sono separato. Alle volte mi separerei anche da me. Amo i cani ma apprezzo anche i gatti. Oltre alla scrittura, ho una tanto insensata quanto profonda passione per le vecchie auto svedesi, Volvo 240 in primis, e per il calcio che, finché reggo, preferisco ancora giocare piuttosto che guardare. Vediamo per quanto sarà ancora così, quest’anno compio 41 anni.

2 – Quando è nata la passione per la scrittura?

La passione per la scrittura nasce sin da ragazzino anche se, alle elementari, ha subito una forte battuta d’arresto per colpa di una capra che si è mangiata un sacco di manoscritti; sì, vivevo in campagna a fianco di una fattoria. Per un bambino è straordinario. Crescendo, a scuola, inventavo storie e parodie su professori o compagni e poi, man mano, racconti più o meno lunghi e, infine, il mio romanzo. Sì, il mio, tutto mio e solo mio ma se lo volete leggere, fate pure!

3 – Quali sono i libri e / o racconti che hai pubblicato finora?

Al momento, a parte un lontanissimo racconto di cui la memoria si perde nel tempo e che fu pubblicato online su un sito che, credo, non esista neppure più, ho pubblicato “Jerry Comano e la storia più assurda e spaventosa che abbiate mai sentito, vi dico!” che è il mio romanzo. ha ricevuto vari riconoscimenti letterari e da questo mese è entrato anche in una scuola superiore. E’ un giallo noir, veloce e della giusta lunghezza per prendere e non essere mollato a metà.

Poi “La storia di Mc Fish e della balena” che è una bella favola per grandi e meno grandi; questa è compresa in un’antologia di vari autori pubblicata da Historica Edizioni. Il racconto “Amore estivo” , pubblicato in antologia da Carta&Penna edizioni, al termine di un concorso di racconti brevi, massimo 99 parole. E c’è altro, ne sono sicuro, ma non mi sovviene.

4 – Da cosa trai ispirazione per le tue storie?

Ma sai che non ho assolutamente idea della provenienza dell’ispirazione? Magari lo sapessi! La cercherei di più. Di solito, invece, succede così all’improvviso e dal nulla, qualche dettaglio che mi porta a pensare e poi da lì si va avanti. Pensa che un racconto lo scrissi mentalmente cinque minuti prima di addormentarmi e il giorno dopo lo misi su carta.

5 – I personaggi sono meramente inventati o ricalcano qualche persona reale?

I personaggi, per quanto siano di fantasia, portano tutti, chi più chi meno, il segno di qualcuno che ho conosciuto. Certo, immedesimarsi negli occhi di chicchessia e immaginare di vedere il mondo con occhi differenti dai propri, è una mera illusione. Quindi c’è molto di familiare in tutti i miei personaggi; è una specie di trasposizione di parte di me in ognuno di loro, a seconda della situazione raccontata.

6 – Cosa ne pensi del self publishing?
7 – Se a tua volta sei un autore self curi da solo ogni fase di pubblicazione o ti avvali di qualche collaboratore (esempio: agenzie letterarie, correttori di bozza, illustratori, ecc.)?
8 – Cosa ne pensi delle case editrici a pagamento?

Del self publishing credo che sia un’ottima alternativa alle case editrici a pagamento; i servizi sono i medesimi, anzi, su alcuni siti come Amazon, con una piccola spesa, si può avere molto di più. Per il resto, in entrambi i casi è tutto lasciato all’autore, sia in termini di pubblicità e promozione, sia in termini di tempo e fatica. Quindi, anzi fare tutto alla medesima maniera ma gratis. Certo, trovare una casa editrice onesta che tratti l’autore come un investimento e non come una vacca da mungere sarebbe l’ideale.

9 – Ultimamente stai lavorando a qualche nuova opera?

Ultimamente sto lavorando su più fronti, con il serio ischio di non portarne bene avanti neanche uno; c’è un lungo inizio di qualcosa che ancora non so cosa diventerà; poi c’è un nuovo giallo che dovrei prima risolvere io per primo e poi finire di scriverlo; infine qualche immancabile racconto e qualche favola. Ci sono anche i romance, che pubblico talvolta su Amazon sotto pseudonimo, ma non ne saprai mai nulla!

10 – Come concili la passione per la scrittura con la vita personale e quotidiana?

Conciliare scrittura, vita lavorativa e famiglia è un’impresa titanica, considerando le sole 24 ore di cui è composto un giorno. Mentre resto in attesa di una macchina del tempo o di qualche manufatto alla Harry Potter per fermare o dilatare il tempo, mi ritaglio qualche ora durante la notte, magari quando insonnia o pensieri mi tengono sveglio. Non è molto, è vero, e rende tutto più lento e difficile, ma ci vuole coraggio nella vita, anche in questo ambito. In questo caso, il coraggio di non abusare delle proprie ore e saper smettere quando è necessario.

11 – A quale autore / autrice ti ispiri, se ti ispiri?

Ho un serio problema a dirti a chi mi ispiro. Intanto, non ho un autore preferito; mi piacciano libri belli, indipendentemente da autore e genere; proprio come per la musica, non ho idee rigide e gusti specifici. Inoltre, questo è il vero problema, ho seri problemi a ricordare i libri che ho letto; ce ne sono alcuni che potrei rileggere 20 volte e ogni volta sarebbe come la prima. Non so bene perché ma è così. Figurati quindi se ricordo gli autori! 

12 – Qual è il tuo libro preferito?

Ecco, appunto, il libro preferito. Se decidiamo in base a quante volte ho letto un singolo libro, dovrei dirti Siddharta di Herman Hesse ma di sicuro non è ciò che amo di più. Questo è un libro che cambia con il cambiare dell’età del lettore ma non per questo può sempre essere il preferito e, al momento, non lo è. Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi mi piace molto, da sempre, ma c’è anche un motivo affettivo qui, nel senso che facendo il test del Dna scopriresti che siamo parenti; mai visti nè conosciuti, figuriamoci, parenti molto alla lontana ma mio nonno padre di mia mamma, Tabucchi anch’essi, era dello stesso paesino e qualche volta hanno giocato insieme; cugini di non so quale grado. Vuol dire ben poco però. Tralasciando i classici, comunque, i primi scritti di Faletti li sento molto cari mentre, se devo dirla tutta, i gialli e i thriller più moderni che si trovano ultimamente in libreria, bè, non mi entusiasmano. Sembrano tutti molto simili e scritti un po’ di fretta, ecco.

13 – Cosa ne pensi del mondo dell’editoria in generale?

L’editoria, in generale, è al momento un grande pastrocchio. Il settore, quanto meno in Italia, è sempre in difficoltà e non è complicato capirne il motivo; siamo diventati un paese basato sul pressapochismo, un paese dove chiunque ritiene che democrazia significhi poter dire la propria in ogni ambito della vita. E non occorre studiare troppo, approfondire, leggere quindi. Basta il sentito dire e l’estro. In tutta sincerità, non andrei mai a dire al contadino come e quando piantare le zucchine perché non lo so. Allo stesso modo non andrei a dire al chirurgo dove tagliare per mettere a posto un cuore. Non mi ritengo qualificato per decidere, fosse anche solo con un voto, se in Italia debbano esserci le centrali nucleari o meno né se siano sicure o pericolose. Posso avere una mia idea, questo è vero, ma basata sul sentito dire e non credo che serva a qualcosa. L’editoria ansima dietro a questi fenomeni, qui dove tutti si sentono scrittori ma nessuno legge. E quei pochi che leggono si sentono letterati. Mentre i letterati, quelli veri, si richiudono in cerchie strette e poco inclusive, volendo evitare di essere confusi con categorie differenti dalla loro. Così chi avrebbe da insegnare e trasmettere contenuti importanti, scappa. Chi è convinto di avere le verità in mano, spesso non sa neppure di che argomento stia parlando. Ma l’editoria pubblica ormai qualsiasi cosa, sperando nel best seller per fare cassa, puntando su saggistica culinaria per arrivare alle masse, pubblicizzando non più il contenuto ma solo il personaggio. Questo perché vende di più il nome in copertina rispetto al contenuto. Infine, in tutto questo, mettici anche l’editoria che si fa pagare da chi non si sa muovere in questo mondo oppure da chi è talmente convinto di essere il nuovo Dante Alighieri da pagare qualcuno e pubblicare un libro nonostante, magari, abbia ricevuto già decine di rifiuti. Un mare di parole scritte più o meno bene che si perde nel vuoto infinito.

14 – Dove possiamo contattarti (e- mail, pagine social, blog personale, ecc.)?

Contattarmi è semplice, sono su facebook con il mio profilo personale oppure via mail a boh78@hotmail.com .

Grazie infinite Carlo per aver accettato questa intervista. Ne sono proprio contenta e mi piace molto il tuo stile ironico.
Spero che sia piaciuta anche a voi e fatemi sapere se conoscevate questo bravo autore e se avete letto i suoi libri.

Buona lettura!