Intervista all’autore…
Dario Villasanta

Buongiorno lettori,
per questa rubrica oggi vi presento Dario Villasanta, di cui ieri vi ho segnalato i romanzi “I romanzi di strada“: “Angeli e folli: il prezzo” e “Nella pancia del mostro“.

Diamogli un grande Benvenuto ed eccovi l’intervista.

1 – Raccontaci di te.

Se avessi voluto raccontare di me, avrei scritto biografie. Diciamo che in parte mi si può ritrovare nei miei romanzi di strada, io sono un po’ un tipo “on the road”, mi piacciono gli angoli sporchi e bui, e Dio sa se nel mondo non ve ne sono. Ho scritto libri apposta per evitare domande come questa.

2 – Quando è nata la passione per la scrittura?

Di pari passo con la lettura: conta che ho imparato a leggere a tre anni e sapevo già scrivere prima di andare alle elementari. Il resto, leggendo molto, è stato, se vogliamo, spirito di emulazione per i miei beniamini della parola.

3 – Quali sono i libri e / o racconti che hai pubblicato finora?

Oltre ad “Angeli e folli” e “Nella pancia del mostro” ha pubblicato “Confessioni di un cameriere: Racconto crudele” (Oakmond Publishing, 2019) e auto-pubblicato “Dalla cenere: racconti scritti dal bordo del posacenere”, “Strade sporche” e “Il gioco del castello” (quest’ultimo con autori e autrici vari).
[Da biografia]

4 – Da cosa trai ispirazione per le tue storie?

Dall’osservazione di quello che ho intorno, immaginandomi le vite che mi passano davanti. Tutta la scrittura secondo me è osservazione, elaborazione e metodo, l’ispirazione non esiste.

5 – I personaggi sono meramente inventati o ricalcano qualche persona reale?

Ho messo insieme, come in un collage, personalità e vicende che ho davvero incontrato in vita mia. Primo, per far loro giustizia e, secondo, perché così i personaggi risultano più veri, reali.

6 – Cosa ne pensi del self publishing?

L’ho utilizzato e lo utilizzo ancora. Può essere una grande risorsa come un grande male, come tutte le cose, sta tutto nel saperlo usare. Di certo non credo sia colpa del self se si abbassa il livello dell’editoria, né che rappresenti solo un’extrema ratio per gli ‘sfigati’ che non trovano una CE, anzi, va però detto che non è per tutti il paradiso che si possono aspettare all’inizio e l’editoria è un mondo con tempi molto lunghi, anche se oggi si vive tutto molto accelerato. Aggiungo che spesso secondo me il self sta dettando i tempi all’editoria classica, soprattutto nella durata commerciale di un libro, questo però non è necessariamente un bene.

7 – Se a tua volta sei un autore self curi da solo ogni fase di pubblicazione o ti avvali di qualche collaboratore (esempio: agenzie letterarie, correttori di bozza, illustratori, ecc.)?

Ho collaboratori per l’editing, oltre che dei beta reader, inoltre investo quello che posso in attività di ufficio stampa classico, vecchia maniera. E le foto copertina, ovviamente, non le ho scattate io ma mi sono state create appositamente da una fotografa.

8 – Cosa ne pensi delle case editrici a pagamento?

Non è l’editoria pagamento in sé a essere sbagliata, è il perpetrare turlupinature nei confronti di ingenui che fa tristezza. Ove non c’è inganno va tutto bene, poi ovviamente il sottoscritto non lo vedranno mai neanche col binocolo.

9 – Ultimamente stai lavorando a qualche nuova opera?

Teoricamente sì, in pratica vivo una pausa necessaria in cui mi prendo tempo per leggere e basta. D’altronde, come si può scrivere senza leggere? È lo strumento primario dello scrittore.

10 – Come concili la passione per la scrittura con la vita personale e quotidiana?

Non le concilio. C’è davvero chi ci riesce?

11 – A quale autore / autrice ti ispiri, se ti ispiri?

No, quelli a cui vorrei avvicinarmi sono troppo grandi per dirmi ispirato da loro. Provo a creare una mia ‘voce’ personale e un mio stile, sperando che funzioni. Credo di sì, dato che finora nessuno mi ha accostato ad altri autori.

12 – Qual è il tuo libro preferito?

Troppi, come faccio a scegliere? Diciamo Delitto e castigo però, insieme ad alcuni di Lawrence.

13 – Cosa ne pensi del mondo dell’editoria in generale?

È per lo più patetico, in special modo in tutta quella genìa di personaggi che, a vario titolo, gravitano attorno ad esso cercando un briciolo di luce riflessa oppure di scucire qualche spicciolo all’autore di turno. Diciamo che ci sono troppi cani a contendersi un solo osso, e questo crea situazioni davvero imbarazzanti. E dovrebbe essere il ricettacolo della cultura? Mah.

14 – Dove possiamo contattarti (e- mail, pagine social, blog personale, ecc.)?

Ho un profilo Facebook e una pagina autore a mio nome, ma segnalo più volentieri un blog che curo pur non essendo un blog personale, anzi proprio per quello: è un sito culturale atipico, andate a vederlo http://www.scriveresenzaparole.com

Grazie infinite Dario per aver accettato questa intervista. Ne sono proprio contenta, e sono d’accordo: il self publishing può essere un bene o un male.
Spero che sia piaciuta anche a voi e fatemi sapere se conoscevate questo bravo autore e se avete letto i suoi libri.

Buona lettura!