Intervista all’autore…
Stefano Mancini
Buongiorno lettori,
per questa rubrica oggi vi presento Stefano Mancini.
Autore di cui vi ho segnalato il romanzo L’enigma di Majorana.
Diamogli un grande Benvenuto ed eccovi l’intervista.
Mi chiamo Stefano Mancini, sono laureato in giornalismo e per anni ho fatto il redattore presso alcune importanti testate, sebbene la mia vera passione sia sempre stata la scrittura. Per questo nel 2015 ho abbandonato l’attività giornalistica per dedicarmi alla scrittura a tempo pieno, e più in generale al mondo dell’editoria, dato che ho fondato l’agenzia di servizi editoriali Tracce d’Inchiostro, che si occupa di fornire editing, schede di valutazione, ghostwriting e tanto altro ad autori esordienti e affermati.
Sarò banale e immagino che tutti rispondano allo stesso modo, ma la passione mi è nata da quando ero davvero molto, molto giovane. Ho cominciato a scrivere – racconti, romanzi e semplici storie – già intorno ai sette/otto anni.
Ho pubblicato una dozzina di libri: due saghe epic fantasy (“Le paludi d’Athakah”, “Il figlio del drago” e “Il crepuscolo degli dei”; “L’erede del mago”, “Vessilli di guerra” e “La furia dei draghi”). I due dark fantasy “Ostilium” e “Pestilentia”. I due – presto tre – thriller “L’enigma del Führer” e “L’enigma di Majorana”. Infine un altro paio sotto pseudonimo.
Mi piace prendere spunto da tutto ciò che mi circonda: dalle persone agli ambienti, dalle situazioni ai dialoghi che sento. E poi, ovviamente, leggo tantissimo e cerco sempre di documentarmi al meglio, per dare veridicità a ciò che scrivo.
Al 99% sono inventati. Non mi piace copiare persone realmente esistenti. Però se uso personaggi storici mi documento per renderli più credibili e realistici possibile.
Penso che sia la migliore alternativa all’editoria a pagamento e credo che, in determinati contesti, abbia la stessa dignità e valenza dell’editoria “tradizionale”. Come editor, però, non posso fare a meno di notare che molti scrittori utilizzano il self per dare risposta alla loro fretta di pubblicare, senza prima aver fatto tutti i passaggi necessari e senza preoccuparsi che il testo esca con la dovuta qualità. Va benissimo il selfpublishing, purché, a mio avviso, sia accompagnato da un lavoro dietro che renda davvero il testo degno della pubblicazione.
Non ho mai pubblicato in self, ma come detto alla domanda precedente, se mi avvalessi di questa forma di pubblicazione, farei tutti i passaggi necessari: editing, correzione bozze, copertina realizzata da un professionista, ecc.
Che non sono case editrici, che non esiste un solo motivo per cui un autore dovrebbe pagare per pubblicare e che nessuno dovrebbe decidere di affidarsi a loro: se il manoscritto è valido, prima o poi l’editore gratuito e professionale arriverà. Se non lo è, vuol dire che non è adatto alla pubblicazione, quindi l’autore si deve rimboccare le maniche e pensare a un nuovo progetto. Una singola bocciatura (ma anche dieci o cento) non vogliono dire niente, se non che, magari in quel momento, quel libro non è adatto a essere pubblicato.
In questi giorni sto ultimando la revisione del mio terzo “enigma” che uscirà a novembre per Fanucci Editore.
Di fatto le mie due vite si sovrappongono: essendo un editor e uno scrittore a tempo pieno, riesco a gestire bene vita privata e professionale. Certo, uno scrittore non va mai in vacanza, perché la propria mente è sempre concentrata su un nuovo progetto o su quello al quale si sta lavorando, quindi a volte è difficile “staccare” del tutto. Ma non mi pesa…
Leggo tantissimi autori diversi e cerco di prendere un po’ da chiunque. Da giovane amavo Stephen King e credo di dovere molto a lui.
Da dove comincio? Battute a parte, ne cito uno che lessi da bambino e che da allora mi è rimasto nel cuore: “La notte di San Silvestro” di Michael Ende.
Che come tutti i “mondi” ha i suoi pregi e i suoi difetti. È difficile emergere e ci sono dinamiche che in pochi conoscono: non è sempre vero che per pubblicare con i grandi editori serva avere conoscenze, ma è altrettanto vero che non sempre il talento da solo basta. Quello che dico sempre agli autori che lavorano con me all’editing dei loro romanzi è: non bisogna mollare mai; la scrittura è un cammino lungo, non bisogna avere fretta di arrivare, ma bisogna fare tutti i passi necessari (a volte anche degli errori) perché poi alla fine, se si ha la giusta determinazione, i risultati arriveranno.
Sono su Facebook e Instagram come Stefano Mancini. E come direttore della mia agenzia Tracce d’Inchiostro potete trovarmi all’indirizzo web http://www.traccedinchiostro.net
Chiunque voglia scrivermi può farlo in uno qualunque di questi canali, rispondo sempre a tutti, perché una delle cose che mi piace di più del mio lavoro di scrittore è il confronto con i lettori.
E ci tengo infine a ringraziare il blog Buona Lettura e Ilaria Vecchietti per lo spazio che mi ha concesso.
Grazie infinite Stefano per aver accettato questa intervista. Ne sono proprio contenta, e sono d’accordo con te: mai mollare! Ci vuole tempo, ma prima o poi ogni libro vedrà la luce 😉
Spero che sia piaciuta anche a voi e fatemi sapere se conoscevate questo bravo autore e se avete letto i suoi libri.
Buona lettura!