Segnalazione:
Alessandro Del Piero
L’ultimo atto di un campione infinito
di
Alberto Galimberti

Buongiorno lettori,
per Diarkos vi segnalo il saggio: “Alessandro Del Piero. L’ultimo atto di un campione infinito” di Alberto Galimberti.

«Alex è stato capace di promuovere i fondamentali valori educativi dello sport, troppo spesso disattesi nel mondo confuso e discutibile del calcio moderno».
Dalla prefazione di Bruno Pizzul

Biografia:
Alberto Galimberti (1989) è nato a Como. Giornalista, docente e collaboratore dell’Università Cattolica di Milano. Dal 2008, scrive per «La Provincia» – nelle edizioni di Como, Sondrio e Lecco – sulle pagine culturali e la sezione “Commenti”. Dal 2012, firma articoli e rubriche per la rivista nazionale dell’Azione cattolica, «Segno nel Mondo». Ha all’attivo due pubblicazioni.

Genere: saggio
Editore: Diarkos
Data di pubblicazione: 21 giugno 2022
Numero pagine: 360

Sinossi:
Torino. Juventus-Atalanta. 13 maggio 2012. Va in scena l’ultimo atto di Alessandro Del Piero in bianconero. Dopo diciannove anni di onorata militanza, il capitano lascia la Juventus. Gioca, segna e saluta, con un giro d’onore unico nel suo genere. Da qui è possibile riavvolgere il nastro della vicenda umana e calcistica di Pinturicchio, passandone in rassegna gli snodi cruciali. Un viaggio tra luci e ombre, trionfi e sconfitte, umilianti panchine e pesanti errori riscattati da reti decisive e prestazioni monumentali. Campione esemplare, capitano fedele, calciatore forte e fragile insieme, Del Piero ha tramutato i gol in primati, i numeri in record, ma soprattutto ha saputo stringere un legame speciale con i tifosi. Merito che vale più della vincita di coppe e campionati, che procede oltre la conquista di trofei e titoli.

 

Torino. 13 maggio 2012. Juventus-Atalanta.
L’ultimo atto di Alessandro Del Piero, un campione infinito.
Dieci anni dopo torniamo lì, sul luogo dove l’addio si è consumato, a bellezza del calcio svelata, il senso nobile dello sport sublimato.
Anche se forse, a essere sinceri fino in fondo, da lì, nessuno è mai veramente andato via.
Nessun spettatore, nessun tifoso, nemmeno il capitano juventino.

Torino. Juventus-Atalanta. 13 maggio 2012. Va in scena l’ultimo atto di Alessandro Del Piero in bianconero. Dopo 19 anni di onorata militanza, il capitano lascia la Juventus. Gioca, segna e saluta. Al passo d’addio, lo Stadium tributa un meraviglioso omaggio alla propria bandiera. Alla standing ovation decollata dagli spalti al momento della sostituzione, infatti, segue uno struggente giro di campo a partita ancora in corso, un vero e proprio giro d’onore, unico nel suo genere. L’evento marca uno spartiacque: non è mai accaduto in passato, né mai accadrà in futuro. Spontaneamente nasce e altrettanto spontaneamente muore. Dire addio, del resto, è l’arte più difficile da esercitare a qualsiasi latitudine della vita. Non si impara mai definitivamente, non si è mai del tutto pronti. Nelle pieghe della partita in cui Madama celebra il ritorno alla vittoria dello scudetto, è riassunta l’intera carriera del numero 10. Scandita da sfavillanti successi e sonore sconfitte, cadute repentine e insperate rinascite.
Tramite alcuni episodi susseguitesi in questa gara, che nulla chiede alla classifica, è possibile riavvolgere il nastro della vicenda umana e calcistica di Pinturicchio, passando in rassegna gli snodi cruciali. Dagli esordi con il Padova all’approdo alla Juventus, dalla conquista della Coppa Intercontinentale al grave infortunio patito a Udine, dal varo del tiro «alla Del Piero» alle lacrime di Bari per la scomparsa del padre, dalla magica notte di Berlino alla retrocessione in serie B con le insegne da campione del Mondo. Un viaggio tra luci e ombre, gioia e sofferenza, umilianti panchine e pesanti errori riscattati da reti decisive e prestazioni monumentali. Tutto si tiene. Gol, assist e giocate formidabili, ma anche confessioni, critiche, recriminazioni concorrono a completare la cornice e il contenuto del testo. Campione esemplare, capitano fedele, calciatore forte e fragile insieme, Del Piero ha tramutato le reti in primati, i numeri in record, ma soprattutto ha saputo stringere un legame speciale con i tifosi. Merito che vale più della vincita di coppe e campionati, procede oltre la conquista di trofei e titoli.

 

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Buona lettura!