Segnalazione:
Eden
di
Maurizio J. Bruno

Buongiorno lettori,
vi segnalo il romanzo: “Eden” di Maurizio J. Bruno, edito Tabula Fati Editore.

Autore già conosciuto per il romanzo Ralf.

Biografia:
Eccomi qui. Sono un manager dell’industria elettromeccanica italiana, con una irrefrenabile passione per la scrittura e la lettura.

Sono nato nel 1964 a Pinerolo [TO] ma, fino alla laurea, ho passato la mia vita in Campania, tra Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, e Napoli, dove ho frequentato la facoltà di ingegneria elettronica e mi sono laureato col massimo dei voti nel 1991, discutendo una tesi sulla robotica.

I miei studi sono stati quindi rivolti al mondo scientifico e tecnologico, ma la passione per i libri non mi ha mai abbandonato. Già da bambino, mi divertivo con la fantasiosa Walter Dinick, una immaginaria casa editrice produttrice di fumetti, disegnati a mano da me e da mio cugino e poi distribuiti ad amici e conoscenti. Al Liceo nasce poi la mia prima “opera lunga”, un libello ironico in 33 cantiche dal titolo “Lui, himself“, che racconta, in chiave eroica, quasi mistica, le gesta di un mio compagno di classe, facile obiettivo di satire pungenti.

Nel periodo universitario, divento per quasi cinque anni Segretario Generale del SUN, l’associazione degli Studenti Universitari Nocerini, e collaboro con Solonews, un mensile a distribuzione gratuita dell’Agro Nocerino. Per la piccola testata indipendente, scrivo alcuni racconti, diversi articoli e qualche pungente editoriale.

Direttamente sotto l’egida del SUN, poi, curo e realizzo anche diverse edizioni de “La Bussola – Una guida per orientarsi nel mondo universitario“. Grazie all’aiuto di diversi sponsor locali, l’utile vademecum per la scelta della facoltà viene distribuito gratuitamente, e per diversi anni, agli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori della cittadina campana.

Tra il 1990 e il 1995, la mia attività letteraria subisce un certo rallentamento. Tra la laurea e la ricerca di un lavoro gratificante, ho soltanto il tempo di scrivere alcuni brevi racconti, mai pubblicati. In questo periodo cambio anche città. Mi trasferisco a Roma, e inizio a lavorare per la OLIVETTI, per la quale mi occupo del progetto dei terminali per la lettura delle schedine per giochi a pronostico le lotterie.

Nel 1996 ricomincio finalmente a scrivere “sul serio” e verso la fine di settembre del 1997 completo il mio primo romanzo, RALF, un thriller tecnologico che, come la mia tesi di laurea, ha per protagonista un piccolo robot.  Qualche mese dopo, raccogliendo le esperienze collezionate nel tentativo di far pubblicare questo mio primo libro, creo il Rifugio degli Esordienti, un sito internet ricco informazioni e strumenti per scrittori dilettanti. Il sito è stato attivo per oltre vent’anni, animato da una redazione di diverse persone, ricevendo oltre 10.000 visite al mese, e diventando ben presto un punto di riferimento fondamentale e insostituibile per moltissimi scrittori esordienti italiani. Nel 2019, avendo ormai assolto il suo compito, ed essendo ormai diventate innumerevoli le possibilità di pubblicazione per gli scrittori esordienti, sia in self-publishing che attraverso le migliaia di case editrici operanti nel nostro Paese, il Rifugio chiude i battenti e cessa la sua attività.

 Il numero di Agosto 1998 della rivista Millionaire pubblica un lungo servizio sulle possibilità offerte dal settore dei libri e dell’editoria in Italia. Il servizio include una breve intervista al sottoscritto, in relazione all’esperienza da me accumulata con l’attività del Rifugio.

 Nel 1998, decido di far partecipare il mio RALF al prestigioso Premio Urania di Mondadori. Incredibilmente la mia opera prima entra nella rosa dei sette finalisti piazzandosi poi, al quarto posto della graduatoria finale. Purtroppo, il gratificante risultato non è sufficiente per la pubblicazione con la grande casa editrice milanese. La pubblicazione di RALF avviene comunque poco dopo grazie alla vittoria di un altro concorso letterario per opere inedite, il “Cercasi Autore“, organizzato dalla casa editrice Taurus di Torino, che pubblica appunto la prima edizione del romanzo.

 Dal Maggio del 1999 inizio a collaborare con la rivista letteraria cartacea TAM TAM edita dalla casa editrice Proposte Editoriali di Roma, dedicandomi principalmente alle interviste ad autori emergenti. Conosco così tra gli altri Luca Masali, vincitore qualche anno prima del Premio Urania col meraviglioso “I biplani di D’Annunzio” e Vincenzo De Falco, anche lui autore giallista per Mondadori. Più o meno nella stesso periodo, altre testate giornalistiche mi chiedono qualche articolo per le proprie pagine, e così diversi articoli con la mia firma compaiono anche su altre testate letterarie, come Prospektiva, e L’Eroe.

 Nella primavera del 2000, l’agenzia letteraria Il Segnalibro mette in cantiere l’ambizioso progetto di una rivista letteraria di qualità: 32 pagine a colori in un bel formato, con articoli che portano le firme di personaggi importanti. Fin dall’inizio, il direttore editoriale della rivista, Bruno Fontana, mi chiede di far parte della Redazione e di partecipare con uno spazio fisso alla struttura del magazine, che prende il nome de Il Laboratorio del Segnalibro. Accetto così di curare per alcuni anni una stimolante rubrica dedicata al rapporto tra il mondo del libro e l’innovazione tecnologica, che diventata presto uno degli spazi fissi più seguiti della rivista.

Ad ottobre 2001 vede la luce il mio secondo romanzo EDEN. Ambientato decisamente in un futuro più lontano del precedente, EDEN viene giudicato da chi ha letto RALF ancora più avvincente e piacevole del precedente. Con EDEN decido di ritentare l’avventura del Concorso Urania di Mondadori, ma ancora una volta pur entrando nella rosa dei finalisti, non riesco a vincere il concorso. Riparto così con nuova grinta alla ricerca di un editore più piccolo, ma affidabile, che voglia affrontare con me la sfida di un mercato difficile.

A gennaio 2002, dopo lunghi mesi di preparazione, riesco a dare vita, insieme ad un’incredibile gruppo collaboratori, chissà perché tutte donne, ad un nuovo, ambizioso progetto. Nasce così DANAE, Distribuzione Autonoma Nazionale Autori Esordienti, un’associazione di scrittori pubblicati ma non ancora famosi, che si interessa in prima persona, grazie al lavoro dei propri Soci, della distribuzione in libreria, della promozione pubblicitaria e della vendita per corrispondenza dei libri dei propri associati. Sin dalla sua nascita, DANAE si impone di accettare nel proprio catalogo soltanto libri che, per contenuto, realizzazione editoriale e prezzo di copertina, saranno in grado di garantire la soddisfazione dei propri lettori. L’ammissione in DANAE di ogni libro è perciò subordinata al superamento di un severo esame da parte di un’apposita commissione esaminatrice. Strumento principe della promozione dei libri del proprio catalogo diventa poi DANAE Magazine, una vera e propria mini-rivista letteraria che viene distribuita gratuitamente nelle librerie servite dalla distribuzione DANAE. Al suo apice, DANAE accoglie nel suo catalogo oltre 200 titoli e serve una rete di una trentina di Librerie, su tutto il territorio nazionale. Anche l’esperienza di DANAE si conclude nel 2019, in funzione della piacevole considerazione che oggi è possibile acquistare il libro di un autore “non ancora famoso” praticamente attraverso tutte le più importanti librerie on-line.

Il 10 Luglio 2002, il quotidiano “L’Unità” pubblica un’intervista al sottoscritto all’interno di un articolo della rubrica Orizzonti.

Negli anni che seguono, fino al 2008, Il Rifugio e DANAE assorbono praticamente tutto il mio tempo libero e mi tengono lontano dal foglio bianco. In questo periodo l’unico frutto letterario della mia scrittura è il saggio “IL FILO D’INCHIOSTRO”, un utile vademecum per gli Scrittori Esordienti firmato da me e dalla prof. Piera Rossotti Pogliano che condivide con me l’avventura del Rifugio e di DANAE, e che condensa in agili pagine i migliori consigli che siamo riusciti a mettere insieme per gli scrittori “non ancora famosi”.

A giugno del 2007, anche la mia carriera professionale nel mondo dell’industria registra un’importante novità, visto che lascio l’OLIVETTI per la SEKO, una dinamica azienda italiana con filiali in tutto il mondo, leader nel settore delle apparecchiature di dosaggio. Per questa azienda, divento infatti prima responsabile dell’area elettronica della Ricerca & Sviluppo, nonché coordinatore di tutti i progetti in corso nei numerosi stabilimenti del gruppo, distribuiti in decine di Paesi del Mondo per poi diventare Manager del Marketing di Prodotto e quindi guidare l’intero processo dello sviluppo dei nuovi prodotti. Ancora una volta, il tempo a disposizione per la scrittura e anche per il Rifugio e DANAE si riduce drasticamente per cedere spazio agli impegni professionali.

Nel 2008, la dinamica casa editrice campana CREATIVA, conosciuta proprio tramite DANAE, decide di pubblicare il mio EDEN nel frattempo rimasto inedito e, quasi contemporaneamente, la UNI Service di Trento, ripubblica RALF, visto che, nel frattempo, la Taurus aveva cessato di esistere.

Nel 2009 mi sposo e ritrovo una grande serenità che stimola, ancora una volta, il mio bisogno di comunicare attraverso la scrittura. Quel foglio bianco torna così a coprirsi di inchiostro, per quanto la metafora cozzi con lo strumento elettronico che utilizzo per scrivere, e che non spreca né carta, né inchiostro. Fatto è che comincia a prender corpo anche il mio terzo romanzo, VELI, decisamente più corposo e più strutturato dei primi due, che unisce la dimensione tecnologica e futuribile dei primi due romanzi ad un’attenta ricerca sul passato storico della Napoli borbonica e del poliedrico personaggio Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero, alchimista, scienziato e dominatore indiscusso di quel periodo storico. Completato nel 2012, il romanzo viene presto pubblicato dall’Editore Fabrizio Filios in un’edizione a tiratura limitata, di cui tutte le copie vanno rapidamente esaurite,

Nel 2013, sempre tramite DANAE, entro in contatto con Marco Solfanelli, Direttore Editoriale di Tabula Fati e di Edizioni Solfanelli. Marco è un Editore con la “E” maiuscola e comprende subito le potenzialità dei miei romanzi e, man mano che i vecchi contratti di edizione giungono a scadenza, decide di ripubblicarli uno ad uno, anno dopo anno, in una spettacolare veste editoriale.

Nel 2017 il mio romanzo EDEN, ripubblicato l’anno prima da Solfanelli nella colla Sci-Fi di Tabula Fati, partecipa al prestigioso Premio Vegetti per romanzi editi di Fantascienza. Ancora una volta, finisco nella rosa dei finalisti, sono invitato sul palco della premiazione a San Marino, ma sfioro la vittoria senza raggiungerla.

A partire dal 2019 incremento la mia presenza nei social, mi iscrivo a decine di gruppi letterari e costruisco una specifica pagina Facebook per ciascuno dei tre romanzi dove è possibile leggere on-line il primo capitolo di ognuno dei libri, recensioni, interviste ed entrare in contatto direttamente con me. Nello stesso periodo nasce il mio canale YouTube, che ospita i Book-Trailer dei romanzi, veri e propri mini-film di 2 minuti che catapultano il lettore direttamente nel mio mondo, insieme a presentazioni, interviste, partecipazioni a trasmissioni e video recensioni.

A Ottobre 2021 è RALF, il mio primo romanzo, a darmi inaspettatamente una nuova, bellissima soddisfazione. Pubblicato l’anno prima in una nuova stesura e con una nuova veste editoriale da Tabula Fati, il romanzo viene prima proposto dai soci della World SF Italia, l’Associazione degli Scrittori di Fantascienza Italiani nella rosa dei tre finalisti candidati al Premio Vegetti 2021, e viene poi votato da una prestigiosa giuria come MIGLIOR ROMANZO DI FANTASCIENZA ITALIANO DEL 2021.

Riferimenti:

La pagina Facebook di MJB:            https://www.facebook.com/profile.php?id=100000508762725

La pagina Facebook di RALF:         https://www.facebook.com/RALF.di.MJB

La pagina Facebook di EDEN:         https://www.facebook.com/EDEN.di.MJB

La pagina Facebook di VELI:          https://www.facebook.com/VELI.di.MJB

Il canale YouTube “I Libri di MJB”: https://www.youtube.com/channel/UCnyxQEGudH8-yw1FuNDksfw

 

PRESENTAZIONE

     Tra i romanzi di Maurizio J. Bruno, o se preferite di MJB, EDEN è senza dubbio quello di ambientazione più fantascientifica e futurista. L’avventura narrata in questo libro si svolge infatti alla fine di questo secolo, in parte sulla Terra ed in parte sul piccolo pianeta “turistico” Argon3, e mette insieme tre vicende, apparentemente svincolate tra loro, che finiscono poi col convergere in un finale comune e sorprendente.

     Roberto “Dick” Di Capua è un archeologo ed antropologo che narra in prima persona la sua inconsueta missione presso il centro milanese del SAILS, una sorta di polizia interplanetaria che sovrintende all’esplorazione dello spazio. Sarà un’esperienza che cambierà per sempre la sua vita. Non solo perché nel corso della sua ricerca si imbatterà in una serie di reperti impossibili, trovati su vari pianeti dell’Universo ma antichi di oltre quindicimila anni, ma anche perché in queste circostanze per lui così insolite, conoscerà Claudia, giovane sergente dei SAILS che, insieme al collega Fabio, lo aiuterà a venire a capo di questo affascinante mistero e, forse, a dare un senso alla sua vita.

     Kat e Raoul sono invece una coppia di giovani naturalisti in vacanza su uno dei più originali villaggi turistici della StarTour, quello costruito sul minuscolo pianeta Argon3, uno dei luoghi più esotici ed affascinanti del cosmo per via della sua bassissima gravità e per l’incredibile spettacolo dei suoi due soli che brillano in un cielo rosa illuminando una natura selvaggia e incontaminata. Un luogo quasi magico, dove un uomo pesa un quarto che sulla Terra, il posto ideale per provare in tutta tranquillità l’esperienza di un tuffo da 150 metri o di un volo in deltaplano. L’occasione giusta per Raoul di riscattarsi agli occhi della moglie, che non lo considera di certo il suo temerario eroe.

     Jamal, infine, è un giovanissimo carpentiere iraniano che, alla ricerca della chance della sua vita, ha mentito sulla sua età per farsi assumere dalla StarTour e lavorare così alla costruzione di un complesso sportivo, proprio su Argon3.

     Tre vicende totalmente indipendenti, il cui unico filo conduttore sembra essere la lista infinita di grandi e piccole domande che i protagonisti continuano a porsi e le scoperte che continuano a fare, fuori e dentro di sé. Ed è proprio questa riuscita alternanza di azione e riflessione a costituire il punto di forza di questo romanzo che miscela il ritmo veloce e avvincente delle peripezie del mondo reale, all’analisi più personale e intimistica degli effetti di queste stesse vicende determinano sulla psiche dei protagonisti.

     Raoul e la sua istruttrice di volo, la seducente Margot, precipitano col loro deltaplano nell’inesplorata foresta Argoniana e, dopo aver evitato il peggio solo grazie alla bassa gravità del pianeta, cercheranno di sopravvivere nell’ambiente ostile della jungla e avranno così modo di conoscersi a fondo. Anche più di quanto avrebbero voluto.

     Jamal trova invece qualcosa di veramente inatteso all’interno del cantiere dove sta lavorando, se ne impossessa, ed è poi costretto a fuggire, finendo anche lui per perdersi nell’intricata foresta.

     Per recuperare i tre dispersi, giunge così su Argon3 una squadra di ricerca dei SAILS, alla quale si uniscono l’irrefrenabile Kat e il capovillaggio Prinz.

     Intanto, sulla Terra, e Dick e i suoi ragazzi riescono ad individuare lo scopo e la natura di molti degli oggetti ritrovati in giro per l’universo. Guidati dall’intuito di Claudia e dalla costanza di Fabio, i tre riescono perfino a decifrare alcune delle scritte presenti sui reperti, ed arrivano ad un’incredibile conclusione che rimette in discussione tutta la storia passata del nostro genere umano, e tutta la moderna era dell’esplorazione spaziale. Ma la scoperta più sensazionale per Dick è quella di trovarsi inaspettatamente attratto dall’intelligente e sensibile Claudia.1

     Gli avvenimenti nella foresta si susseguono a ritmo incalzante, sia nel gruppo dei dispersi che in quello dei soccorritori, trascinando il lettore in pericolosi tranelli e in scoperte affascinanti. Ma alle scoperte nel mondo esterno, si accompagna anche una lenta riscoperta di sé stessi da parte dei protagonisti. Spinti da quella forzata intimità, Raoul e Margot si trovano a condividere situazioni e pensieri mai condivisi prima con nessun altro e, nello stesso tempo, anche l’algida Kat è costretta a fare i conti con il suo difficile carattere.

 

     Il romanzo si snoda così, tra capovolgimenti di ruoli e colpi di scena, tanto sulla Terra quanto su Argon3, coinvolgendo il lettore in un crescendo di avvincenti situazioni, fino alla sua conclusione in cui ogni cosa troverà finalmente la sua naturale spiegazione, per quanto incredibile possa essere. Sarà un’esperienza che cambierà profondamente tutti i protagonisti, e ognuno dei essi uscirà da quest’avventura un po’ più ricco di prima. E, magari, lo stesso capiterà anche al lettore.

Genere: romanzo fantascienza
Editore: Tabula Fati Editore
Data di pubblicazione: 1° gennaio 2016
Numero pagine: 280

Sinossi:
Anno 2096. Quattro persone vivono le loro vite, affrontando i piccoli problemi quotidiani e le grandi domande di sempre del genere umano. Kat e Raoul, due giovani naturalisti, sono in vacanza nell’originale villaggio turistico StarTour, sul minuscolo ed esotico pianeta Argon3, illuminato da due soli e così piccolo che lassù un uomo pesa un quarto che sulla Terra. Il luogo ideale per provare l’esperienza di un volo in deltaplano. Per Raoul, l’occasione giusta per riscattarsi agli occhi di Kat, che non lo considera certo il suo eroe. Roberto Di Capua, per tutti Dick, apprezzato archeologo e antropologo, narra in prima persona la sua inaspettata missione presso il centro milanese del SAILS, l’organizzazione che sovrintende all’esplorazione dell’universo. Un’esperienza incredibile, durante la quale si imbatterà in una serie di reperti antichissimi ritrovati in giro per l’Universo, e conoscerà Claudia, un sergente del SAILS che lo aiuterà a venire a capo di questo affascinante mistero.

 

     EDEN è un’avventura ambientata in un futuro non troppo vicino. Quattro persone vivono le loro vite affrontando ogni giorno i piccoli problemi quotidiani e le grandi domande che hanno da sempre accompagnato l’esistenza del genere umano.

     Kat e Raoul sono una coppia di giovani naturalisti in vacanza su uno dei più originali villaggi turistici dell’universo, quello costruito dalla StarTour su Argon3, un minuscolo pianeta che orbita intorno a due stelle. La bassa gravità del pianeta e l’incredibile spettacolo dei due soli che brillano contemporaneamente nel suo cielo rosa, illuminando una natura selvaggia e incontaminata, rendono il villaggio uno dei luoghi più esotici ed affascinanti del cosmo. Un luogo dove un uomo pesa un quarto che sulla Terra, ideale per provare in tutta tranquillità l’esperienza di un tuffo da 150 metri o di un volo in deltaplano. L’occasione giusta per Raoul per riscattarsi agli occhi della moglie, che di certo non lo considera il suo temerario eroe.

     Roberto Di Capua, per tutti Dick, è un archeologo ed antropologo che narra in prima persona la sua inconsueta missione presso il centro milanese del SAILS, una sorta di polizia interplanetaria che sovrintende all’esplorazione dello spazio. Sarà un’esperienza che cambierà la sua vita, nel corso della quale si imbatterà in una serie di reperti archeologici impossibili, trovati su vari pianeti dell’Universo ma antichi di oltre quindicimila anni, quindi realizzati ben prima che l’uomo cominciasse a esplorare lo spazio. Ma sarà anche l’occasione per lui di conoscere Claudia, giovane sergente dei SAILS che, insieme al collega Fabio, lo aiuterà a venire a capo di questo affascinante mistero.

     Jamal, infine, è un giovanissimo carpentiere iraniano che, alla ricerca dell’occasione della sua vita, mentirà sulla sua età per farsi assumere dalla StarTour e lavorare così alla costruzione di un complesso sportivo su Argon3.

     Tre storie diverse che si intrecciano tra loro legate dal filo sottile di domande e scoperte piccole e grandi. Azione e riflessione si alternano per dar vita ad un’avventura dal ritmo veloce ma con una grande attenzione alla psicologia e ai sentimenti dei personaggi.

     Raoul e la sua istruttrice di volo, la seducente Margot, precipitano col loro deltaplano nell’inesplorata foresta Argoniana. Dopo aver evitato il peggio solo grazie alla bassa gravità del pianeta, i due cercheranno di sopravvivere nell’ambiente ostile della jungla e avranno così modo di conoscersi a fondo, anche più a fondo di quanto vorrebbero. Jamal trova invece qualcosa di veramente insolito all’interno del cantiere dove lavora, se ne impossessa, ed è poi costretto a fuggire, finendo anche lui per perdersi nell’intricata foresta.

     Per recuperare i tre dispersi, giunge così su Argon3 una squadra di ricerca dei SAILS, alla quale si uniscono l’irrefrenabile Kat e il capovillaggio Prinz.

     Gli avvenimenti nella foresta si susseguono a ritmo incalzante, sia nel gruppo dei dispersi che in quello dei soccorritori, trascinando il lettore in pericolosi tranelli e scoperte affascinanti. Ma mentre comprendono pian piano i misteri di quello strano pianeta, i protagonisti scoprono lentamente anche le parti più nascoste di sé stessi. Spinti da una forzata intimità, Raoul e Margot si trovano a condividere situazioni e pensieri mai condivisi prima con nessun altro e, nello stesso tempo, anche l’algida Kat è costretta a fare i conti con il suo difficile carattere.

     Nel frattempo, anche sulla Terra accade qualcosa, e Dick e i suoi ragazzi riescono ad individuare lo scopo e la natura di molti degli oggetti ritrovati in giro per l’universo. Guidati dall’intuito di Claudia e dalla costanza di Fabio, i tre riescono perfino a decifrare alcune delle scritte presenti sui reperti, ed arrivano ad un’incredibile conclusione che rimette in discussione tutta la storia passata del nostro genere umano, e tutta la moderna era dell’esplorazione spaziale. Ma la scoperta più sensazionale per Dick è quella di trovarsi inaspettatamente attratto dall’intelligente e sensibile Claudia, fino al punto di provare per lei un inatteso sentimento d’amore.

     Il romanzo si snoda così, tra capovolgimenti di ruoli e colpi di scena, tanto sulla Terra quanto su Argon3, coinvolgendo il lettore in un crescendo di avvincenti situazioni, fino alla sua conclusione in cui le tre vicende convergeranno e ogni cosa troverà finalmente la sua naturale spiegazione, per quanto incredibile possa essere. Sarà un’esperienza che cambierà profondamente tutti i protagonisti e ciascuno di loro uscirà da quest’avventura un po’ più ricco di prima, avendo scoperto dentro di sé qualcosa di nuovo e importante. E, magari, lo stesso capiterà anche al lettore.

     Il romanzo è stato finalista sia al Premio Urania che al Vegetti.

 

 

Vi lascio anche un estratto:

CAPITOLO I

               Il velivolo viaggiava silenzioso sopra il manto uniforme delle nuvole candide.

A occidente, il disco rosso del sole continuava a ferire la vista, nonostante il tramonto ormai vicino.

               Avevo volato sugli MD9000 decine di volte, ma non smettevo mai di meravigliarmi per la silenziosità di quel veicolo. Soltanto fino a poche decine di anni prima, la maggior parte degli aeromobili civili che trasportavano ogni giorno milioni di passeggeri sulle rotte di tutto il mondo, erano ancora dei veri e propri aeroplani, e si mantenevano in volo utilizzando ancora, come gli uccelli, la spinta ascensionale dovuta al loro profilo alare in movimento nell’atmosfera terrestre, spinti da rumorosi motori a reazione, che bruciavano migliaia di litri di carburante a ogni viaggio. L’MD9000 invece, come ormai la maggior parte dei veicoli volanti, si sosteneva nell’aria con un modesto consumo di energia,  utilizzando il rivoluzionario principio di Pietrek.

Quasi tutti gli oggetti volanti che oggi circolano sul nostro pianeta possono vincere infatti la forza di gravità, e sostenersi a una certa altezza dal suolo, teoricamente anche in assenza di atmosfera, sfruttando l’interazione dei campi magnetici controrotanti ipotizzati da Pietrek poco più di un secolo fa col magnetismo terrestre.

               Gli aerobus come quello sul quale mi trovavo quel giorno di venticinque anni fa, aggiungevano al sistema Pietrek, utilizzato solo per vincere la forza di gravità, un ulteriore sistema di propulsione. Nel caso dell’MD9000, si trattava di un motore a flusso di elettroni. Il risultato era un volo silenzioso, veloce, sicuro ed economico come non lo era stato nessun volo del ventesimo secolo.

               Assorto in questi pensieri, mi godevo lo spettacolo, riflettendo sul fatto che, forse, solo quei temerari che si dedicavano a sport pericolosi come il volo in pallone avevano potuto godere di una vista simile, con la stessa pace e serenità, nel secolo precedente.

               La voce del comandante ci avvisò con tranquillità che stavamo iniziando la discesa su Milano, dove saremmo atterrati in pochi minuti. Ci fu il solito passeggio di hostess che controllavano le cinture e la chiusura dei tavolinetti, mentre i passeggeri di sesso maschile cercavano di controllare a loro volta la qualità delle gambe delle hostess, e dopo poco tempo l’MD9000 cominciò ad abbassarsi all’interno dello strato di nuvole.

               Immediatamente l’aerobus si tuffò in un bicchiere di latte. Non era possibile scorgere nulla dal finestrino. Era come trovarsi all’interno di un’enorme pallina da ping-pong, e la situazione ovattata era accentuata dall’assoluto silenzio in cui eravamo immersi. Anche l’equipaggio dovette accorgersi dell’innaturalezza di quella situazione perché improvvisamente l’impianto audio dell’aeromobile cominciò a diffondere una musica inaspettatamente briosa. La discesa durò comunque pochi secondi e ben presto l’MD9000 sbucò al di sotto del tappeto di nuvole, trovandosi incredibilmente vicino al suolo.

               Visto da fuori, l’MD9000 somigliava stranamente alla parte superiore di una nave da crociera, intendo dire una nave marina, alla quale lo scafo fosse stato ridotto a quello di una chiatta fluviale. Ce ne erano ancora tante di navi marine, come quelle che ricordavo di aver visto nella mia infanzia ancorate nel porto di Napoli. Probabilmente i loro propulsori erano diversi da quelli del secolo scorso visto che i tempi delle traversate si erano più che dimezzati, ma il fascino romantico delle crociere sul mare era ancora un forte richiamo per le coppie in viaggio di nozze e per altri inguaribili nostalgici. Quando l’aeromobile si trovò a soli pochi centimetri dal suolo, il campo magnetico fu lentamente ridotto finché non fu più in grado di sostenere il velivolo, che si appoggiò alquanto violentemente al terreno, dando luogo all’unico inconveniente ancora irrisolto del sistema Pietrek, ossia a quel fenomeno che tutti conoscevano come “il salto dello scalino”.

Mi slacciai la cintura e mi diressi verso l’uscita. Tutte queste divagazioni sul volo erano servite se non altro a farmi rilassare, permettendomi di dimenticare per un po’ il motivo per cui mi stavo recando a Milano, ma adesso era tempo di concentrarmi sul mio obiettivo, come la situazione richiedeva.

CAPITOLO II

                Raoul guardava l’acqua della piscina, a oltre centocinquanta metri sotto di lui. La piscina era enorme e, anche vista da lassù, dava più l’impressione di un lago naturale che di una vasca artificiale. Sapeva di non correre alcun pericolo, eppure non poteva non sentirsi spaventato dal vuoto che aveva davanti. Guardò ancora una volta i monitor che si trovavano sulla sinistra della piattaforma e vide Katherine che lo incitava dal bordo della piscina. Gli occhi verdi spiccavano come sempre nel contrasto con il rosso acceso dei suoi capelli. Attese ancora qualche istante, poi vide che l’ascensore cilindrico di cristallo stava salendo nuovamente verso la piattaforma, portando evidentemente un nuovo tuffatore, e capì che doveva buttarsi. Chiuse un attimo gli occhi e si lanciò verso il basso come un antico tuffatore di Acapulco, sulla Terra. Non appena ebbe inizio la sua discesa verso l’acqua, riaprì gli occhi e vide i due soli di Argon 3 splendere sulla superficie della piscina. Gli sembrava quasi di galleggiare, nell’atmosfera ricca di ossigeno. Sul suo pianeta, pochissimi uomini avrebbero potuto tentare un tuffo da quell’altezza, e nessuno con la sicurezza di arrivare tutto intero nell’acqua. Ma sul minuscolo Argon 3, la forza di gravità era meno di un quarto di quella terrestre e ciò rendeva possibile cose che sarebbero state impensabili sulla Terra. Ovviamente negli ambienti di vita, la gravità terrestre era stata ricreata per rendere agevoli operazioni abituali come mangiare, bere o andare in bagno, ma nella maggior parte degli impianti sportivi, il suo valore era quello originale del pianeta ed era questo a rendere così originale quel complesso turistico.

               Raoul scendeva molto più lentamente di un paracadutista sulla Terra, e aveva tutto il tempo di gustarsi il panorama che gli si apriva sotto i piedi. Nessun tuffatore sulla Terra se lo sarebbe potuto permettere. Tanto più che un tuffo da centocinquanta metri, sulla Terra sarebbe durato meno di cinque secondi e mezzo mentre su Argon 3 ci volevano più di tredici secondi per raggiungere la superficie dell’acqua. Riuscì a scorgere perfino Katherine nella folla che si assiepava sul bordo dell’enorme piscina. Stava filmando il suo tuffo con la minuscola telecamera, e sembrava divertirsi molto. Raoul salutò con un cenno della mano in direzione della telecamera, e poi si preparò al contatto con l’acqua tiepida. Fu come infilarsi sotto le coperte.

               Al contrario di quanto si potesse pensare, nuotare su Argon 3 non era invece molto diverso dal nuotare sulla Terra. Era vero che un uomo di ottanta chilogrammi di peso terrestre ne pesava meno di venti su Argon 3, ma era anche vero che vicino ai venti chili era anche il peso dell’acqua spostata dallo stesso uomo nella piscina.

               Raoul era comunque abile nel nuoto, e con poche bracciate raggiunse il bordo, vicino a Katherine. Si appoggiò con i gomiti sulle mattonelle e le afferrò una caviglia, fingendo di volerla trascinare in acqua. Lei emise un gridolino acuto che fece voltare alcuni vicini, e poi esclamò:

               “Ma che fai? Non vedi che ho la telecamera?”  

               “Beh? Non era resistente all’acqua, fino a dodici metri di profondità?”

               “Certo, sul manuale è scritto così, ma non mi va di fare la prova”

               “Ti fidi sempre, eh?” Rispose Raoul sorridendo e dandosi la spinta necessaria per saltare dall’acqua al bordo piscina.

               “TUTTO È POSSIBILE SU ARGON 3, TRANNE ANNOIARSI”

               Era questo lo slogan pubblicitario che li aveva spinti a partire con la StarTour. E con loro migliaia di altri turisti. Era la prima vacanza che potevano prendersi da due anni a questa parte e perciò avevano deciso che dovesse essere la più bella della loro vita, almeno di tutte quelle che avevano fatto fino ad allora. Gli era costata poco più di 3.000 Euro a testa. I primi cinque giorni li avrebbero trascorsi interamente ad argon 3 come tutti coloro che avevano scelto il programma a dominanza sportiva.

               Erano arrivati al villaggio da poche ore e Raoul poteva già archiviare nella sua memoria il «Tuffo di Acapulco», una delle attrazioni più pubblicizzate di quel villaggio. Ma in realtà le cose che si potevano fare su Argon 3 erano così tante che cinque giorni erano il minimo per poterne provare almeno la metà.

               Raoul si avvicino a Katherine e l’abbracciò.

               “Tesoro mio, se non ci fossi tu a organizzarmi tutte queste cose, probabilmente avremmo passato queste sospirate vacanze in qualche affollato solarium sulla Terra, o peggio ancora girovagando senza guida su qualche pianeta esotico.”

               “Allora è per questo che mi hai sposato?”  – disse lei sorridendo con aria furba.

               “No, – rispose lui – È per quello che faremo stanotte!”

               “Brutto porcello – rispose lei rispingendolo nella piscina – questo te lo dovrai guadagnare!”

               Raoul risalì nuovamente dalla piscina sorridendo, per niente arrabbiato per la spintarella di Katherine. Dopotutto erano lì per divertirsi, e pareva che ci stessero riuscendo. Si sedette accanto a lei su una sdraio sotto un ombrellone di paglia e si stiracchiò.

               “Ma sei certa che le radiazioni di questi due soli non siano dannose per la nostra pelle?” chiese a Katherine.

               “Ora chi è che non si fida? È scritto qui sul depliant del villaggio: «…e non occorrono protezioni chimiche per esporsi al sole su Argon 3. Lo strato artificiale di ozono appositamente introdotto intorno all’atmosfera del pianeta è così compatto da impedire, quasi completamente, il passaggio delle dannose radiazioni ultraviolette…» Io comunque ho verificato col mio piccolo UV-meter che nonostante la temperatura sia di circa 30 gradi, la quantità di raggi UVA presenti è più bassa di quella emessa da una lampada neon. Praticamente non c’è radiazione.”

               “Magnifico” rispose Raoul portandosi le mani dietro la nuca e predisponendosi a crogiolarsi al sole, o meglio ai soli, di Argon 3 “Torneremo con una tintarella invidiabile. Peccato che avremo poche avventure da raccontare. Se questi posti hanno un difetto, è che è tutto controllato, tutto sicuro. In altre parole tutto artificiale.”

               “Rilassati Raoul” disse per tutta risposta Katherine “abbiamo già tante cose pericolosamente vere e naturali di cui preoccuparci quando non siamo in ferie, che ogni tanto è anche piacevole distendersi in un paradiso come questo.”

               “E chi dice il contrario. Facevo tanto per parlare. Fosse per me, chiederei la cittadinanza, in questo posto”

               Nel pronunciare l’ultima frase, Raoul aveva quasi ostentatamente sollevato una lente dei suoi occhiali da sole, per osservare una stupenda hostess del villaggio che si allontanava dopo aver lasciato alcuni drink invitanti ai tavoli dei turisti, il loro compreso.

               “Sembra proprio che tu ci voglia rinunciare a quella nottata che ti eri immaginato…” Commentò Katherine sarcastica.

               “Ma che dici? Stavo solo scherzando!”

               “Beh, allora torna a dormire e cerca di recuperare punti!”

               Raoul afferrò il bicchiere dal tavolino e tornò a rilassarsi, con la cannuccia tra le labbra.

               Proprio in quel momento, il servizio di sicurezza stava facendo un’altra scoperta.

 

 

Interessante, non trovate?

Buona lettura!