Segnalazione:
Il Trono del Narratore
di
Paolo Fumagalli
Buongiorno lettori,
vi segnalo il romanzo: “Il Trono del Narratore” di Paolo Fumagalli, edito EKT Edikit.
Paolo Fumagalli si è laureato in Lettere con una tesi sull’uso simbolico dei colori nelle poesie di Aldo Palazzeschi. Nel corso degli anni ha scritto romanzi e racconti, diversi per generi e atmosfere, ma tutti accomunati dall’intento di far riflettere senza annoiare. I suoi testi si basano spesso sulla difesa della fantasia e della natura. I suoi testi si basano spesso sulla difesa della fantasia e della natura e rivelano il fascino provato nei confronti di leggende e folklore, suoi grandi amori insieme al cinema e alla musica.
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Genere: Romanzo fantasy
Editore: EKT Edikit
Copertina: Eleonora Garofolo
Data di pubblicazione: 18 giugno 2019
Numero pagine: 284
Sinossi:
Come ogni anno, i bardi si riuniscono nel loro rifugio segreto in occasione dell’equinozio d’autunno, per raccontare e ascoltare leggende sedendosi a turno sul Trono del Narratore. Le loro parole danno forma e vita a luoghi meravigliosi, a personaggi fiabeschi, a miti che risalgono fino all’origine del mondo e che parlano di città abitate da popolazioni bizzarre, di oggetti fatati, di abili furti e di imprese eroiche. Le diverse avventure si intrecciano le une alle altre a formare un’unica storia, piena di eventi fantastici e curiosi. Un viaggio tra foreste impenetrabili, grandi palazzi e remote montagne, in compagnia di personaggi particolari, tra cui un uomo capace di scolpire idoli che diventano vere divinità, un ladro in grado di rendersi invisibile, un monaco guerriero in lotta con le potenze soprannaturali, un valoroso cacciatore di draghi alla ricerca di nuove sfide, un astrologo impegnato a salvare un’intera città da una pestilenza sconosciuta…
Eccovi anche un estratto:
Nel sogno i fumi delle erbe bruciate avevano l’aspetto di pennacchi gialli, ma c’era anche una sorta di nebbia verde, che si innalzava dall’altare. In mezzo a quelle luci soffuse, una lunga ombra nera stava prendendo forma. All’inizio sembrò non avere zampe o forse piuttosto averne troppe, ma poi si delineò come una figura umanoide munita di artigli e dalla testa simile a quella di un grosso cinghiale. Si mise davanti al monaco, rivolgendo verso di lui le zanne ricurve, guardandolo con occhi che splendevano rossi nel corpo scuro, sfidandolo facendo oscillare un nodoso bastone, di quelli che a volte gli abitanti della foresta più muscolosi usavano per difendersi dai briganti.
«Sai chi sono?» chiese la mostruosa creatura.
Aldeberto scosse la testa, ma in realtà avrebbe anche potuto annuire. Non conosceva il nome di quella divinità, il cui culto era rimasto quasi sempre limitato alla grande foresta ed era ormai stato praticamente abbandonato anche lì dopo la scomparsa dell’idolo e del sacerdote, ma i nomi non erano importanti. Riusciva a sentire che quello con cui si stava scontrando era il potere dei boschi, la forza primordiale che da sempre faceva tremare gli uomini con il rischio di smarrire il sentiero, di trascorrere la notte lontano da casa, di venire attaccati dalle belve, di incontrare una banda di fuorilegge. Era il lato malvagio e pericoloso delle terre selvagge, quello che i druidi non avevano mai adorato, quello da cui cacciatori e taglialegna avevano sempre cercato di difendersi.
Molto interessante, non trovate?
Buona lettura!