Sinossi:
“Il Web e i social network sono nati come spazio libero (libero, davvero: forse il primo nella storia davvero libero). Poi, non so quando, non so come, sono diventati terreno di biada del peggiore e più barbaro e più violento fascismo verbale (e non solo) .
Un giorno i nostri figli verranno a chiederci dove eravamo mentre un posto nato libero stava diventando il pascolo preferito dei fasci.
E quel giorno faremmo bene a dirgli che eravamo dalla parte giusta, ossia da un’altra.”
(Luciana Grosso)
Facebook è il social media più famoso nel mondo.
Ma cosa si cela realmente dietro al “magico mondo” di Facebook?
È tutto rose e fiori oppure si sta espandendo nel mondo del web(e anche fuori da esso) un silenzioso cancro che prima o poi ucciderà la nostra società?
In questo saggio Francesca A. Vanni cerca di indagare a fondo nella questione, tentando di spiegare perché è meglio andare controcorrente e non far parte del mondo di Facebook.
Eccovi anche un piccolo estratto:
Già nel 2005 la ricercatrice Susan Greenfield sosteneva che Facebook rendeva gli utenti dei veri “zombie cognitivi” poiché, sovraccaricandoli di informazioni, generava nei loro cervelli una sorta di malsana dipendenza non dissimile dalla dipendenza di endorfine e dopamine che sfociava poi nel circolo vizioso della sindrome da affaticamento informativo.
Per farla breve: fintanto che un utente è connesso a Facebook, si sente come se fosse al centro del mondo e si lascia trascinare dalla miriade di informazioni che il social media gli propina senza riuscire sul serio ad assorbire l’intero carico di notizie e aggiornamenti ricevuti (e di conseguenza discernere in modo corretto).
Tuttavia una volta disconnesso l’utente sviluppa una vera e propria crisi di astinenza con tutti i sintomi sopra descritti e con altri ancora più pericolosi come per esempio il lurking, cioè l’abbandono delle attività quotidiane (lavorative, sociali, familiari…) per attuare un costante e ossessivo controllo delle attività sul social media.
Non stupisce quindi se negli ultimi anni un numero sempre più crescente di utenti decide di prendersi una pausa da Facebook, pausa che spesso sfocia in un abbandono totale del social media.
Molto interessante! In effetti sono già diversi gli studi che indagano i rischi connessi a un abuso dei social media. Sembra che continue "gratificazioni social" (like e simili) possano addirittura attivare, negli utenti più "ossessionati", le aree cerebrali del piacere connesse alla nutrizione e quelle associate al comportamento impulsivo, rischiando di condurli verso una sorta di dipendenza. Ne ho scritto in questo articolo per BestVersilia.com: https://www.bestversilia.com/social-network-usarli-troppo-crea-dipendenza/
Grazie per l'interesse. Se leggerai il mio saggio, sarò curiosa di sapere cosa ne pensi.
Buona domenica.
Grazie per la tua segnalazione, sei stata gentilissima!
Sempre belle le tue presentazioni!
Davvero interessante, leggerò anche l'articolo 😉
Ma di nulla, è sempre un piacere 😉
Grazie… e grazie per passare sul mio blog 😉