Segnalazione:
Morti di tifo
di
SimonPietro Giudice

Buongiorno lettori,
vi segnalo il saggio: “Morti di tifo” di SimonPietro Giudice, edito Edizioni Eraclea.

Biografia:
Romano, giornalista freelance, è autore tv per alcuni programmi Mediaset.

Una vita scandita da molti viaggi, qualche tatuaggio e parecchi sbagli, costantemente distratto da musica e film anni ’80, cultura pop e storie legate al mondo del calcio.

Genere: saggio
Editore: Edizioni Eraclea
Data di pubblicazione: 17 gennaio 2021
Numero pagine: 296

Sinossi:
Si può morire di tifo calcistico? Certo, e si muore fin dai primordi di questo sport. Anzi, se si considerano gli impianti “sportivi” dell’età classica, di tifo si muore da millenni. Le pagine di questo libro analizzano il fenomeno del tifo violento dalle sue origini, passando per la nascita del supporter rude per eccellenza, l’hooligan, esaminato e messo a confronto con l’ultrà italiano, i suoi modelli e i suoi stili. Si presentano anche alcune delle misure prese per debellare questo fenomeno, tra cui il modello inglese attuato dal Primo ministro britannico Margaret Thatcher, o il D.a.spo. e la Tessera del Tifoso in Italia. Nel nostro paese i provvedimenti sono arrivati dopo numerosi decessi che iniziano con il nome di Augusto Morganti nel 1920, passando per Antonio De Falchi nel 1989, fino ad arrivare a Fabio Tucciarello nel 2020, tutti “vittime di tifo” dello sport più popolare al mondo. Nella seconda parte del volume, vengono raccontati in ordine cronologico gli episodi in cui la violenza, la distruzione e la morte si sono presentate negli stadi di tutto il mondo, alcuni più noti (Ibrox Park, Heysel, Hillsborough Stadium) altri ormai dimenticati, altri ancora nei quali la fede calcistica è stata un pretesto per scatenare guerriglie e rivolte urbane.

 

Note dell’autore:

Morti di tifo, l’epidemia calcistica

Nel suo libro d’esordio il giornalista romano SimonPietro Giudice offre un dettagliato resoconto dei fatti di cronaca legati al mondo del calcio, ricordando comunque che supportare la propria squadra non ha un’accezione esclusivamente negativa.

“Morti di tifo” è la prova che il calcio e i suoi tifosi sono un fenomeno complesso, una passione mista di folklore, kultura, tradizione e senso di appartenenza.

Morire di tifo calcistico: può sembrare assurdo, ma è purtroppo un dramma frequente che ha radici antiche, risalenti addirittura all’antica Grecia. Di questo tema si occupa “Morti di tifo”, una ricerca di data journalism che analizza il fenomeno del tifo violento e gli episodi in cui si è manifestato.
Nel testo la storia dell’hooligan, il tifoso rude per eccellenza, è messa a confronto con quella dell’ultrà, e ne analizza i modelli, gli stili e la “kultura”.
Il titolo gioca con la parola tifo, il cui significato è da intendersi a metà tra la sua natura epidemica e il fenomeno sociale.
Nel corso degli anni la “malattia da tifo” ha richiesto numerosi interventi da parte delle autorità e delle federazioni calcistiche per cercare di contrastarne gli effetti devastanti.
Il rapporto Taylor e il DA.SPO. sono solo alcuni dei provvedimenti presi rispettivamente in Inghilterra e in Italia, dove i decessi di numerosi supporter hanno richiesto azioni specifiche e mirate.
Tra le tante “morti di tifo” raccontate in queste pagine, ricordiamo quella del diciassettenne inglese Kevin Olsson nel 1974 e del diciottenne italiano Antonio De Falchi nel 1989. Rievocate anche tragedie come quelle avvenute all’Heysel nel 1985 e allo stadio di Port Said in Egitto nel 2012, insieme a tante altre quasi dimenticate.
Ma il tifo non ha un’accezione esclusivamente negativa, in realtà è molto di più. La vita del supporter è segnata dai colori della propria squadra, dalle figurine dei calciatori, il fantacalcio con gli amici, i pomeriggi allo stadio tra partite memorabili e gol storici, e così via stagione dopo stagione. Tra le pieghe dei fatti tragici narrati in questo
libro, la parte positiva del tifo riesce comunque ad emergere.

 

Interessante, cosa ne dite?

Buona lettura!