Intervista all’autore…
Aaron Leonardi

Buongiorno lettori,
per questa rubrica oggi vi presento Aaron Leonardi.

Autore di cui vi ho segnalato il romanzo Le porte del paradiso.

Diamogli un grande Benvenuto ed eccovi l’intervista.

1 – Raccontaci di te.

Ohi ohi, si parte già con le domande più impegnative. Ammetto che ogni volta che qualcuno mi chiede “parlami di te” entro nel panico. Non so da dove iniziare né tantomeno cosa dire. E in quei casi mi dico “non so più chi diavolo sono”.
Beh, proviamoci.

Mi chiamo Aaron Leonardi, classe ’88, nato e cresciuto nella calda e soleggiata Catania, alle pendici dell’Etna. Nerd fino al midollo, sono un appassionato di film, serie tv, fumetti, videogiochi, giochi da tavolo; un giocatore di ruolo come D&D insieme ad un gruppo di amici stretti; un avido lettore e sì… un aspirante scrittore (non oserei mai definirmi scrittore e basta, tantomeno uno Scrittore con la S maiuscola… creo mondi e storie, con annessi personaggi, ma non volo così in alto con la mia immaginazione, mantenendo invece i piedi per terra).

Ecco, per descrivermi alla perfezione, utilizzerei l’inizio delle più classiche barzellette: “Un assiduo lettore, un aspirante scrittore, un videogiocatore incallito e un divoratore di film e serie tv, entrano contemporaneamente in un bar. Ordinano un solo caffè.”

A proposito, il mio spirito guida è Willy il coyote.

2 – Quando è nata la passione per la scrittura?

Sai che non ricordo? Insomma, ho sempre inventato storie sin da piccolo, quando giocavo con i Transformers e le Micromachines. Forse ho capito di voler portare avanti questa passione per la scrittura quando, in seconda media, l’insegnante di italiano ci aveva assegnato un compito che riguardava la creazione di una storia che fungesse da “sequel spirituale” di un brano letto in classe (giuro che non ricordo di chi fosse il suddetto brano o cosa raccontasse). Insomma, presi il massimo dei voti e ricevetti i complimenti per la fervida immaginazione, ma finì lì. Non mi misi più a scrivere fino a quando non scoprii il fantastico mondo delle fan-fiction. Però, in un web saturo di qualsiasi fan-fiction, io volevo creare qualcosa di diverso. Volevo creare una parodia di uno dei videogiochi più spaventosi di sempre: Silent Hill. E così ho fatto. Scrivere e ridere come un cretino immaginando il protagonista fare cose stupide in un ambiente così spaventoso mi fece sentire… bene, in un certo senso. Però c’era qualcosa che non andava. Stavo solo ripercorrendo una trama che non avevo creato io, ma di cui io stavo cambiando contesto. Mi chiesi, quindi, perché non scrivere qualcosa di totalmente nuovo ma che fosse comunque ambientato nello stesso posto della parodia che mi aveva così tanto divertito. Fu così che creai un personaggio totalmente nuovo, una storia totalmente nuova, uno scenario totalmente nuovo, ma ambientato in un posto già esistente. Fu così che nacque “Silent Hill: Salvation” una delle mie primissime creazioni. Ma come già accaduto, non volevo fermarmi, volevo andare oltre. Non volevo più scrivere una fan-fiction. Volevo qualcosa che fosse MIO al 100%. Quindi mi misi di buona lena, riciclai il protagonista di “Silent Hill: Salvation” e lo resi un personaggio secondario di quello che è stato il mio primo romanzo e che probabilmente non vedrà mai la luce: “L’ira dei Quattro”.

3 – Quali sono i libri e / o racconti che hai pubblicato finora?

Se parliamo di quelli pubblicati si contano sulle dita di una mano.

La mia prima pubblicazione è stata “Giorno Uno”, un racconto breve scelto per la realizzazione di un audioracconto nel podcast “La Porta Segreta”. Poi è stato il turno di “Flyway 617”, altro racconto breve scelto e pubblicato all’interno dell’antologia “50 sfumature di Sci-Fi”.

Nel 2012, in collaborazione con una mia carissima amica nonché famosa fumettista freelance, Valeria “Tenaga” Romanazzi, è nato “Project Sun”: un fumetto di cui sono autore della storia, presentato a Lucca Comics & Games dello stesso anno.

Infine, a Giugno 2022 è stata la volta de “Le porte del paradiso”, grazie alla Delos Digital: il mio effettivo primo romanzo pubblicato.

L’avevo detto che si contavano sulle dita di una mano.

4 – Da cosa trai ispirazione per le tue storie?

Sì, so che suona di già sentito, ma traggo ispirazione da tutto e da niente. Ogni cosa che mi circonda mi è di ispirazione: un bosco, una statua, una casa, un gatto randagio in un vicolo dietro un pub, una giornata di pioggia o una totalmente soleggiata, un letto comodo e il buio della notte. Ma non solo, anche le storie di gente comune che posso incontrare a lavoro o in palestra: uno scambio di battute e la mente crea già una storia (che poi venga riproposta su carta è un altro discorso).

Ovviamente capita pure di vedere un film, una serie tv, giocare un videogioco o leggere un libro e cogliere le emozioni di alcune scene, ti fanno dire “cavolo, vorrei cercare di emozionare anche io in questo modo in ciò che scrivo”.
Personalmente si tratta di una sorta di “gara” con altri lavori, piuttosto che trarre ispirazione.

5 – I personaggi sono meramente inventati o ricalcano qualche persona reale?

Entrambe le cose: ogni personaggio che ho creato fino ad oggi è totalmente inventato, ma è anche vero che ogni mio personaggio ha qualcosa di me al suo interno: che sia una passione, uno sport praticato, il lavoro, dei dilemmi o dei sogni. Capita, ovviamente, di inserire aspetti di qualcuno che conosci all’interno di altri personaggi in base al contesto. Insomma, se in vita tua hai avuto a che fare con qualcuno appassionato di cucina e uno dei personaggi del tuo nuovo racconto/romanzo è un appassionato di cucina, è quasi naturale ricalcare il carattere o le abitudini di quella singola persona appassionata di cucina con cui hai avuto a che fare. Trovo che sia affascinante, nonché intimo e al tempo stesso liberatorio creare dei personaggi che in fondo in fondo siano dei riflessi (seppur sfocati) di te stesso o di chi conosci.  

6 – Cosa ne pensi del self publishing?

Da persona che ha presentato un suo prodotto, come detto prima, a Lucca Comics & Games al padiglione della Self-Area, direi che ha i suoi pro e i suoi contro.

Si tratta di un investimento vero e proprio. A parer mio non ci si può gettare alla cieca e dire dall’oggi al domani “mi auto pubblicizzo”. Se non hai una fanbase già avviata, sfondare con il self publishing è come fare un terno al lotto. Ovviamente esistono i casi eccezionali, ma io non ho mai fatto parte di questi. Sono più che sicuro che se avessi deciso di pubblicare da solo la storia di “Project Sun” nessuno si sarebbe mai accorto del sottoscritto.

7 – Se a tua volta sei un autore self curi da solo ogni fase di pubblicazione o ti avvali di qualche collaboratore (esempio: agenzie letterarie, correttori di bozza, illustratori, ecc.)?

Domanda non risposta dato che non è un autore self.

8 – Cosa ne pensi delle case editrici a pagamento?

Ah le famose case editrici “il male sceso in terra” a pagamento. Penso che in un mondo dell’editoria come il nostro, dove sono più i ‘no’ che i ‘sì’, chiunque almeno una volta nella vita abbia pensato di sganciare qualche banconota pur di vedere il proprio sogno realizzato. Non voglio giudicare coloro che scelgono di percorrere questa strada, ma sono dell’idea che se c’è proprio l’intenzione di pagare pur di avere il proprio romanzo tra le mani, allora in quel caso opterei per il self publishing. Almeno sai che ogni singolo centesimo è stato speso nel migliore dei modi, senza far arricchire coloro che vogliono solo fare cassa, disinteressandosi degli autori come tali.

9 – Ultimamente stai lavorando a qualche nuova opera?

Da un mese a questa parte ho cominciato a scrivere un nuovo romanzo, che seppur non sia a tutti gli effetti un sequel de “Le porte del paradiso”, è comunque collegato ad esso. Non so quando lo finirò, tantomeno se troverà un editore, ma non saranno questi dubbi a fermare la creatività.

10 – Come concili la passione per la scrittura con la vita personale e quotidiana?

Questa è la parte più complicata. Facendo un lavoro che occupa metà della mia giornata e l’altra metà è da dedicare a sport, famiglia e alcuni giorni agli amici, trovare il tempo per scrivere è diventato più difficile. Durante la pandemia, in pieno lockdown, ho avuto tantissimo tempo per dedicarmi alla scrittura, ma adesso le possibilità si sono ridotte. Con questo non sto dicendo che ho smesso di scrivere, mi farebbe paura solamente pensare un’eventualità del genere. Semplicemente ho degli orari un po’ scomodi per dedicarmi a questa passione: la mattina presto, appena sveglio è l’ideale per me. 

11 – A quale autore / autrice ti ispiri, se ti ispiri?

Indubbiamente colui che considero il mio “guru”: Stephen King. Ma anche James Rollins mi è di forte ispirazione.

12 – Qual è il tuo libro preferito?

“Se questo è un uomo” di Primo Levi, senza ombra di dubbio.

13 – Cosa ne pensi del mondo dell’editoria in generale?

Da autore sconosciuto che ha tentato di pubblicare qualcosa sin dal 2010 e ci è riuscito solamente nel 2022 posso dare la mia personale opinione: è un mondo difficile. I vari “no” sono all’ordine del giorno, nonostante io legga sempre la solita frase fatta “gli editori cercano SEMPRE materiale nuovo e di impatto”. Peccato che poi, in libreria io veda solo letteratura mainstream: un anno va in voga “Twilight” e per i due o tre anni successivi se non hai scritto un romanzo che parla di un amore impossibile tra un vampiro (o una qualunque altra creatura fantasy) e un’adolescente allora non verrai nemmeno preso in considerazione; un anno va in voga “50 sfumature di grigio” e per i successivi anni se non hai scritto un romanzo che ricalca le stesse orme allora non verrai preso in considerazione. Insomma, altro che materiale nuovo…
Trovare un editore che crede in te e nel tuo romanzo nonostante non sia mainstream è la vera sfida, e se lo si trova, si può star certi di essere in mani sicure.

14 – Dove possiamo contattarti (e- mail, pagine social, blog personale, ecc.)?

La mia mail è leonaar88@gmail.com, pronta a ricevere messaggi di chiunque voglia scambiare due chiacchiere.

Ho inoltre un profilo personale su Facebook. Basta digitare “Aaron Leonardi” (credo di essere uno dei pochi in Italia ad avere questo abbinamento nome e cognome, quindi non ci sono moltissimi risultati).

Su Instagram mi trovate sotto lo username Ron0388. Solitamente posto foto mie e ultimamente qualcosa dedicata ai miei progetti; inoltre ho una rubrica idiotissima intitolata “scleri di sala”, dove do sfogo ai miei pensieri più malvagi che purtroppo non possono essere espressi sul luogo di lavoro.

 

Grazie infinite Aaron per aver accettato questa intervista. Ne sono proprio contenta, e sono completamente in accordo su quello che dici del mondo dell’editoria, le case editrici negli ultimi anni pubblicano sempre meno gli autori esordienti puntando più su nomi noti e storie abbastanza simili… ma speriamo che presto la corrente cambi.
Spero che sia piaciuta anche a voi e fatemi sapere se conoscevate questo bravo autore e se avete letto i suoi libri e ascoltato l’audioracconto.

Buona lettura!