Intervista all’autore…
Andrea Moretti

Buongiorno lettori,
per questa rubrica oggi vi presento Andrea Moretti.

Autore di cui avevo recensito la raccolta di racconti Purple cat.

Diamogli un grande Benvenuto ed eccovi l’intervista.

1 – Raccontaci di te.

Laureato in sociologia e opero nel settore del marketing e della comunicazione.

Copywriter in un’agenzia; quindi mi occupo di scrittura anche in ambito professionale. Lavoro che ho scelto per assecondare il mio interesse per la penna e rendere tutto più leggero, stimolante e in linea con le mie inclinazioni.

Parallelamente al mio lavoro, ho sempre nutrito un amore per la scrittura in ambito invece narrativo.

Mi sono impegnato a portarla avanti seguendo diversi percorsi: autore teatrale in un’associazione, concorsi letterari e corsi di scrittura creativa tenuti come volontario in una onlus che si occupava di riabilitazione di detenuti.

2 – Quando è nata la passione per la scrittura?

Difficile dirlo

Diciamo che sin da bambino ho sempre nutrito un fascino per le storie ben raccontate: libri, film e tutto ciò che è in grado di trascinarti narrativamente.

Sentivo una certa tensione, il bisogno di sprigionare qualcosa che avevo dentro; ma dovevo trovare il mezzo giusto.

Ho provato il cinema, i fumetti, la cronaca nera; poi, alla fine, le storie ho iniziato a scriverle.

Non so dire, però, quando questa cosa sia iniziata; perché il percorso si è svolto in modo un po’ intermittente.

3 – Quali sono i libri e / o racconti che hai pubblicato finora?

Allora, con VJ edizioni Milano, ho pubblicato un libro in pieno lockdown dal titolo Purple cat.

Uno scritto sperimentale: tento di realizzare una commistione fra horror e narrativa socialmente impegnata.

L’horror, in questo caso, non è finalizzato a spaventare; piuttosto, è un mezzo di denuncia sociale.

Con lo stesso editore, sta per uscire, a gennaio, il mio secondo libro: L’eco dei sogni.

Questo presenta sfumature più intime.

Scritto in forma di testo teatrale, analizza gli aspetti più cupi e torbidi del periodo adolescenziale e postadolescenziale, con tutti i disagi identitari che ne derivano.

Inoltre, mi tengo allenato partecipando a diversi concorsi letterari.

Sui miei canali social, ne pubblico qualche piccola lettura.

4 – Da cosa trai ispirazione per le tue storie?

Sicuramente dalla realtà sociale che viviamo tutti i giorni e da molti fatti storici contemporanei.

La mia formazione da sociologo mi influenza parecchio in questo senso.

Cerco di scrivere storie che facciano riflettere criticamente su ciò che viviamo e, considerati gli ultimi anni fra pandemia e crisi energetiche, ce ne sono tante di cose da raccontare.

A queste suggestioni iniziali aggiungo vaghi elementi autobiografici, sfumature torbide e surreali tratte dall’immaginario horror, e da cui mi sento molto influenzato.

5 – I personaggi sono meramente inventati o ricalcano qualche persona reale?

La base, spesse volte, è ispirata a personaggi reali, ma poi tutto viene trasfigurato dall’invenzione narrativa.

Inserisco elementi immaginari, o tratti da altre persone e mondi narrativi.

A volte, alcuni personaggi presentano tratti che desidererei possedere o fanno scelte che non ho mai avuto il coraggio di fare.

Altre volte, alcuni difetti caratteriali vengono esasperati in modo grottesco, oppure si svelano, in fase di sviluppo dei personaggi, lati di sé che nemmeno si immaginavano.

6 – Cosa ne pensi del self publishing?

A seconda di che autori si è potrebbe essere la strada giusta.

Io, per esempio, ho preferito affidarmi a una casa editrice: per carattere e personalità, sento il bisogno di un mentore, di qualcuno che creda nel mio lavoro e mi aiuti a crescere come autore.

La considero una spinta motivazionale importante non soltanto per credere maggiormente nel mio lavoro, ma anche per mostrare entusiasmo e intraprendenza durante la fase di promozione.

Conosco tuttavia un sacco di autori che pubblicano in self publishing e che non riuscirebbero a fare altrimenti: poiché non vogliono sentirsi vincolati a nessuno.

Questo, ovviamente, comporta tu abbia un team di professionisti a supportarti in fase di editing e promozione.

7 – Se a tua volta sei un autore self curi da solo ogni fase di pubblicazione o ti avvali di qualche collaboratore (esempio: agenzie letterarie, correttori di bozza, illustratori, ecc.)?

Domanda non risposta perché non è un autore self.

8 – Cosa ne pensi delle case editrici a pagamento?

Un aberrante mercato dei sogni in cui, prima o poi, chiunque cerchi un editore si imbatte.

Con Purple cat ero demoralizzato: ricevevo soltanto proposte a pagamento.

Solo successivamente ne ho ricevuta una gratuita.

I soldi, un autore, deve investirli solo per la promozione.

9 – Ultimamente stai lavorando a qualche nuova opera?

Diciamo che c’è molto lavoro in cantiere, ma non voglio anticipare nulla.

A scrivere sono veloce: il problema è la revisione :D.

10 – Come concili la passione per la scrittura con la vita personale e quotidiana?

Essendo copywriter mi trovo costretto a scrivere tutti i giorni e sugli argomenti più disparati.

Questa è di per sé una bella palestra e uno degli aspetti più stimolanti del mio lavoro.

Comunque, scrivere è anche una questione di disciplina.

Cerco di ritagliarmi del tempo per scrivere quotidianamente anche in ambito narrativo; questo a prescindere dagli impegni.

L’ispirazione è magia, la senti immediatamente quando arriva; ma la penna va allenata tutti i giorni, senza tralasciare la lettura dei libri che, sebbene in modo diverso, sono lo stesso un allenamento.

11 – A quale autore / autrice ti ispiri, se ti ispiri?

Ho un amore incondizionato per autori giapponesi quali Mishima, Kawabata, Tanizaki e Osamu Dazai.

Per un certo periodo ho letto soltanto loro; i libri occidentali quasi che non li conoscevo.

Credo mi abbiano influenzato tantissimo nel modo di esprimermi.

Il tentativo di entrare nell’intimità e nei pensieri dei personaggi lo devo a loro.

Altro importante elemento sono le sequenze visionarie e allucinate che ricorrono in alcuni miei racconti: credo di averle tratte da Henry Miller e dai suoi momenti di scrittura automatica.

C’è poi la ricerca di uno stile un po’ estetico e gradevole, disegnando una certa musicalità con le parole.

Questo viene dalla mia passione per Wilde e i simbolisti francesi.

Lo humor nero e le atmosfere tetre arrivano, infine, dalla mia passione morbosa per tutto ciò che concerne l’horror.

12 – Qual è il tuo libro preferito?

Difficile dirlo; ce ne sono talmente tanti.

Diciamo che quello che preferisco in assoluto è Confessioni di una maschera di Yukio Mishima, ma c’è anche Tropico del cancro di Miller e Salomè di O. Wilde.

13 – Cosa ne pensi del mondo dell’editoria in generale?

Oggigiorno, l’editoria, come ogni altro ambito o settore, è fortemente condizionata dalle leggi del mercato.

Molti editori importanti fanno attività di scouting su piattaforme come Wattpad, così da intercettare autori che abbiano già una fedele community di lettori.

Non è sbagliato. Viviamo in un mondo in cui uno dei massimi valori è il profitto e, che ci piaccia o meno, per il momento dobbiamo accettarlo.

Quello che non va bene è che spesso la qualità venga sacrificata al profitto.

È un’epoca di grande degrado culturale: credo sia importante sviluppare un approccio che punti maggiormente sulla qualità.

14 – Dove possiamo contattarti (e- mail, pagine social, blog personale, ecc.)?

Sui miei canali social sono molto attivo: la pagina FB del mio libro, Purple cat e il profilo Instagram, dove pubblico curiosità e impressioni sul mondo della narrativa, aggiornamenti sulle mie pubblicazioni e piccoli videolettura dei racconti selezionati nei concorsi.

Grazie infinite Andrea per aver accettato questa intervista. Ne sono proprio contenta, e concordo sul tuo pensiero sul mondo dell’editoria in generale.
Spero che sia piaciuta anche a voi e fatemi sapere se conoscevate questo bravo autore e se avete letto il suo libro.

Buona lettura!