Intervista all’autore…
Elisa Costa

Buongiorno lettori,
per questa rubrica oggi sono felicissima di presentarvi Elisa Costa, di cui ho letto il suo bellissimo libro I miei fantasmi.

Diamole un grande Benvenuto ed eccovi l’intervista.

 

 

 

1 – Raccontaci di te.

Ciao, Ilaria! Grazie infinite per avermi accolta sul tuo blog, mi sento onorata. Che dire? 🙂 Ho sempre amato profondamente le storie, i racconti, tutto ciò che riguarda il mondo dell’invenzione. Da qui è nata la mia passione per la lettura e poi per la scrittura, così adesso mi piace scrivere e far pubblicare i miei lavori quando ne ho la possibilità. Ci vado sempre molto piano prima di definirmi una scrittrice, perché preferisco che nel caso siano gli altri a dire questo di me; però il mio sogno è proprio quello di diventare una scrittrice. Inoltre da alcuni anni mi occupo anche di servizi editoriali, un modo meraviglioso per conciliare la passione con un lavoro in grado di aiutare anche altri autori a realizzare i loro libri.

2 – Quando è nata la passione per la scrittura?

Ho cominciato a scrivere le prime poesie a 18 anni, ma a dire il vero era già da parecchio tempo che mi dilettavo a scrivere. Quando studiavo alle scuole medie adoravo i temi in classe, e avevo anche provato a partecipare a un paio di concorsi letterari. Però diciamo che “l’impegno” vero e proprio, seguito dalla decisione di provare a trasformare i miei scritti volanti in una raccolta di poesie, è nato appunto nell’estate dei miei 18 anni, tra la quarta e la quinta superiore.

3 – Quali sono i libri e / o racconti che hai pubblicato finora?

Per quanto riguarda le poesie, finora ho pubblicato due raccolte: Poesie per te nel 2011 e 50 giorni con le streghe nel 2015 (anche se in realtà questa è più un’opera “mista” a carattere fantasy, dato che la seconda parte del libro contiene un racconto in prosa). Inoltre ho avuto il piacere e l’onore di vedere pubblicati alcuni miei componimenti su riviste di poesia o in antologie dedicate ai poeti emergenti.

Parlando invece delle opere in prosa, nel 2016 ho pubblicato Il cuore dello sposo, un romanzo breve. Nel 2019 ho scritto una biografia romanzata di Tim Burton, che poi è stata pubblicata in forma di audiolibro.

E nell’agosto 2023 ho pubblicato I miei fantasmi, una raccolta di racconti brevi a tema prevalentemente fantasy.

Anche per quanto riguarda la prosa, nel corso degli anni ho avuto la bella opportunità di vedere pubblicati alcuni racconti in antologie formate dalle opere di più scrittori.

4 – Da cosa trai ispirazione per le tue storie?

Prevalentemente dalla mia fantasia, ma anche dalla realtà. Credo che in tutti i miei testi ci siano riferimenti a situazioni che ho vissuto nella realtà, oppure personaggi ispirati a persone vere. Mi piace mescolare realtà e finzione, perché a volte nella vita reale accadono cose apparentemente prive di significato… le quali però possono voler dire molto, se rielaborate in un processo narrativo.

5 – I personaggi sono meramente inventati o ricalcano qualche persona reale?

Per la maggior parte sono ispirati a persone reali! O magari creo dei personaggi di fantasia che però presentano delle caratteristiche appartenenti a persone vere che fanno parte della mia vita.

6 – Veniamo alla raccolta “I miei fantasmi”, cosa ci puoi dire in merito? Come sono nati questi racconti?

Quasi tutti i racconti sono stati scritti nell’autunno del 2015. Allora mi trovavo in una fase molto particolare della mia vita, un momento che era bello e difficile nello stesso tempo. Penso di avere inconsciamente mescolato un po’ di quella “dolce malinconia” nelle storie. Alla fine, quel periodo si è risolto in una serie di avvenimenti piuttosto tristi per me… ma anche così (o forse proprio per questo) non ho mai smesso di essere affezionata ai racconti che avevo scritto in quei mesi. Essi rappresentano un apparente fallimento che però non lo è stato davvero, perché alla fine sono riuscita a sopravvivere e, credo, a diventare un po’ più forte. Quindi ci tenevo tantissimo affinché venissero pubblicati.

7 – Sono tutti racconti brevi, ma hanno un filo in comune?

Direi di sì, anche se i racconti sono assai diversi tra loro e magari non è così semplice trovare questo fattore comune. Credo che tutti i personaggi descritti siano perseguitati da qualche “fantasma”, che si tratti di una creatura sovrannaturale o di un fantasma della mente, dell’anima, della memoria. Tutti i personaggi cercano qualcosa, o sentono la mancanza di qualcosa, o temono qualcosa in modo quasi ossessivo. Ognuno di loro ha i propri fantasmi, proprio come accade nella realtà.

8 – C’è un racconto a cui sei più legata? Se sì, quale e perché?

Oh, questa è una domanda molto difficile 🙂 Ogni racconto è speciale a suo modo, per me, ma credo che forse quello a cui sono più legata è Il trapezio: è stato l’ultimo che ho scritto, a distanza di parecchio tempo dagli altri. Quindi è quello che più si avvicina alla “me” di adesso, quello in cui mi ritrovo di più in questo momento. Sì, credo proprio che sia il mio racconto preferito.

9 – Si parla di Fantasmi, ma non sempre sono i classici spettri. Per te cosa sono i fantasmi?

Esatto. Nel mio libro non ho voluto parlare solo dei fantasmi intesi come creature sovrannaturali tipiche della letteratura fantasy e horror: per me un fantasma è anche e soprattutto un fattore psicologico, e i fantasmi della mente sono i più difficili da scacciare. Un pensiero ricorrente è un fantasma. Un’ossessione è un fantasma, un sentimento, un ricordo, una paura… Sono tutti fantasmi che ci perseguitano e che fanno parte di noi. I nostri, i miei fantasmi.

10 – Se la raccolta fosse un colore quale sarebbe?

Un’altra domanda difficile ma interessante. Forse il blu? Così d’istinto mi viene in mente un colore scuro, ma non il nero perché credo che alcuni racconti abbiano anche sfumature di altri colori. Anche il bianco lattiginoso si adatterebbe all’opera, ma soltanto ad alcuni dei suoi testi. Invece ho l’impressione che il blu scuro rappresenti bene l’insieme del libro.

11 – Cosa ne pensi del self publishing?

Si tratta di una realtà variegata, non credo sia possibile fornire una risposta univoca. Da una parte il self publishing è ingiustamente demonizzato, a differenza di quanto accade in altri ambiti culturali e artistici in cui tutto ciò che è indipendente viene al contrario considerato raffinato e interessante. Nel campo dell’editoria esiste questo mito secondo cui solo gli scrittori riconosciuti da case editrici professionali sono veri scrittori, anche se esistono case editrici professionali che svolgono sui libri un lavoro peggiore rispetto a quello che svolgono molti autori self. Alcuni libri pubblicati in self publishing sono oro puro, ma spesso gli addetti ai lavori del mondo dell’editoria storcono il naso a prescindere, solo perché il libro non ha alle spalle il marchio di un editore.
D’altro canto è innegabile che esistano opere edite in self publishing scritte male, non revisionate, pubblicate senza cura e prive, a volte, anche di un senso.
Penso che il self publishing non sia né buono né cattivo in sé, dipende sempre dall’uso che si fa dello strumento. Di certo esistono dei pregiudizi riguardo questo metodo di pubblicare, ma oserei dire che sia tristemente “normale”.

12 – Se a tua volta sei un autore self curi da solo ogni fase di pubblicazione o ti avvali di qualche collaboratore (esempio: agenzie letterarie, correttori di bozza, illustratori, ecc.)?

A dire il vero finora non ho mai pubblicato in self publishing. Sono stata tentata diverse volte di provare, e chissà che un giorno non lo faccia veramente! Però a essere sincera mi spaventano un po’ i pregiudizi di cui sopra.

13 – Cosa ne pensi delle case editrici a pagamento?

Nulla di buono. Sicuramente l’editoria è un business, ma un editore ha già un guadagno sui libri che pubblica: si tratta della percentuale che ottiene sulle vendite, una percentuale concordata con gli autori in fase di stipulazione del contratto editoriale. Con l’editoria a pagamento, l’editore ottiene un ulteriore guadagno derivato dalla somma richiesta all’autore, e il rischio è che l’editoria si trasformi in un do ut des dove “basta pagare” per venire pubblicati. Ma, considerate anche le critiche che si muovono a realtà come il self publishing, forse la filosofia che sta alla base dell’attività editoriale dovrebbe essere differente.

14 – Ultimamente stai lavorando a qualche nuova opera?

Mmm, chi lo sa! A dirti la verità sono un po’ discontinua, nel senso che magari non tocco una penna (si fa per dire) per mesi e mesi e poi, di punto in bianco, mi viene in mente una nuova idea per un racconto o una poesia. Al momento ho un libro in forse, che avrei dovuto pubblicare già a settembre ma che, a causa di alcuni imprevisti, non ha ancora visto la luce. Ora non so bene cosa succederà, però non vorrei rinunciare a quest’opera perché significa molto per me. E poi chissà, potrebbe essere in corso una collaborazione con una bella rivista letteraria… Ma è ancora presto per poterne parlare!

15 – Come concili la passione per la scrittura con la vita personale e quotidiana?

A essere del tutto onesta non ho mai avuto grossi problemi di tempo, almeno fino a questo momento. Un po’ perché, come ti dicevo, sono di mio piuttosto discontinua: non sono una scrittrice che dedica ogni giorno un tot di tempo alla scrittura… La smania di scrivere mi viene solo quando ho davvero un’idea in mente, e allora capita che metta in pausa tutto il resto per scrivere. Ma non accade ogni giorno, sono “secchiate” di scrittura saltuarie e quindi la mia routine non ne risente. Per il resto, spero di non sembrare una persona troppo pigra ma ho sempre fatto attenzione a tenermi la giusta dose di tempo libero, anche se significa lavorare di meno. So che è un’affermazione audace, ma conoscendomi ho paura che impazzirei se non avessi del tempo per me stessa. Il lavoro è una delle mie priorità e faccio attenzione a rispettare sempre tutte le scadenze, però ci tengo affinché il tempo da dedicare al lavoro sia equilibrato a quello che dedico ad altre attività. Ovviamente è più facile a dirsi che a farsi, non è una scelta che si possa compiere sempre.

16 – A quale autore / autrice ti ispiri, se ti ispiri?

Farò un’altra affermazione audace: penso che ammirare qualcuno sia importante, ma credo anche che ognuno debba sviluppare una propria personalità e, in questo caso, il proprio stile. Leggendo i libri di altri autori è normale prendere spunto e fare nostre le caratteristiche della loro scrittura che ci colpiscono; però credo che scrivere ispirandomi a un autore specifico non faccia per me. Anche se naturalmente va benissimo se altri scrittori lo fanno 🙂

Più che altro mi piace “raccogliere qua e là” tecniche e modi di accostare le parole che trovo affascinanti, e mescolarli al mio stile personale nella speranza di riuscire a scrivere delle buone opere. Devo dire comunque che trovo una certa affinità tra il mio stile e quello di Banana Yoshimoto: non si tratta di ispirazione voluta, è che ho cominciato a leggere i suoi libri e mi sono ritrovata nel suo modo di esprimersi, nei suoi concetti. Certo, lei possiede una naturalezza di scrittura che io posso solo sognare: è come se le parole dei suoi libri si scrivessero da sole, come se lei stesse semplicemente raccontando qualcosa a qualcuno mentre beve un tè: può usare termini semplici o molto ricercati, parlare di concetti banali oppure spaventosamente profondi… Però il suo stile non risulta mai macchinoso. Non so come faccia, ma la trovo grandiosa.

17 – Qual è il tuo libro preferito?

Parlando della Yoshimoto, potrei citare quasi tutti i suoi libri! Amrita è un romanzo che ho amato profondamente, ma ogni suo libro ha qualcosa di unico che meriterebbe di essere citato. Ci sono poi tantissime altre opere che mi sono rimaste nel cuore, per esempio i romanzi di Stefano Benni che sono intrisi di una dolce malinconia. Come un sorriso che nasconde una lacrima. Infine, ancora adesso conservo con enorme affetto il ricordo dei libri di Harry Potter, e in particolare di Harry Potter e i Doni della Morte. Mi rendo conto che la saga sia invecchiata maluccio per molti versi, eppure Harry è cresciuto con me ed è escluso che io possa smettere di amare la sua storia.

18 – Cosa ne pensi del mondo dell’editoria in generale?

C’è una frase che mi piace citare a proposito, anche se non ricordo dove l’ho letta/sentita. Lavorare nel mondo dell’editoria è come lavorare in un circo: non sai mai quando arriverà l’impresario a dirti che si chiude bottega.
Scherzi a parte, quello dell’editoria è un mondo complesso… Per numerose ragioni che ora non mi metto a elencare, altrimenti questa intervista diventerebbe troppo lunga. Di sicuro una caratteristica che lo riguarda è la mancanza di stabilità, a meno che non si arrivi a livelli molto alti. Per chi sta nel mezzo è sempre come andare all’arrembaggio, è un’avventura divertente ma può riservare anche cocenti delusioni.

19 – Dove possiamo contattarti (e- mail, pagine social, blog personale, ecc.)?

Sono presente sia su Instagram che su Facebook. Qui trovate il mio profilo fb personale: Facebook; qui invece quello di IG: Instagram

Questa è poi una pagina che ho creato molto di recente, dedicata alla mia attività di servizi editoriali: Servizi editoriali

I potenziali clienti che desiderano richiedere un preventivo o ricevere informazioni possono mandare un messaggio direttamente sulla pagina oppure scrivermi all’indirizzo elisamary91@gmail.com

Ti ringrazio di cuore, Ilaria. Ringrazio il tuo splendido blog e i tuoi splendidi lettori, nella speranza che il mio cianciare non li abbia annoiati troppo! Alla prossima 🙂

 

Grazie infinite Elisa per aver accettato questa intervista. Sono davvero contentissima di questa intervista e di averti conosciuto sotto l’aspetto di scrittrice, mi sono piaciute tutte le tue risposte.
Spero che sia piaciuta anche a voi e fatemi sapere se conoscevate questa brava autrice e se avete letto i suoi libri.

Buona lettura!