Segnalazione:
Lascia tutto e seguimi
Tratto da una storia vera

di
Martina Longhin

Buongiorno lettori,
per Brè Edizioni vi segnalo il romanzo / biografia: “Lascia tutto e seguimi – Tratto da una storia vera” di Martina Longhin.

Autrice già conosciuta il romanzo / biografia Anna. L’inferno in una bottiglia. Tratto da una storia vera e la biografia Classe 1911 – I sogni devono attendere.

Una storia vera, di quelle che non si vorrebbero mai raccontare, storie di sopraffazione, di abusi, di plagio, e tutto vero! Con processi e condanne avvenuti.

La nostra bravissima Martina Longhin, al quarto libro pubblicato con Brè, ci narra questa dolorosa e vera vicenda avvenuta in Veneto anni fa, quasi un film horror, una denuncia sempre utile perché pare incredibile ma ancora oggi c’è chi cade in questi tranelli disumani. E sono quasi sempre donne le vittime!

Biografia:
Martina Longhin è nata e vive a Mirano, un comune a circa venti chilometri da Venezia. Fin da piccola ha amato la musica, tanto da farla diventare la sua professione. Lettrice accanita da sempre, dal 2017 ha scoperto la scrittura, in particolare quella basata sulla storia e quella per bambini e ragazzi. Dopo il suo libro d’esordio Alla ricerca di Lyset, un romanzo fantasy pensato per il pubblico più giovane, si è talmente appassionata a questa forma d’arte da iniziare a studiare e a seguire dei corsi di scrittura creativa. Abbandonata l’attività di insegnante, ora si dedica a questa nuova passione a tempo pieno. Nel 2021 ha iniziato una collaborazione con Brè Edizioni pubblicando due libri: Una cartolina dall’aldilà e Anna. L’inferno in una bottiglia, quest’ultimo, tratto da una storia realmente accaduta, che parla della violenza sulle donne e che ha ottenuto riconoscimenti in alcuni concorsi letterari. Nel febbraio 2023, sempre con Brè, ha pubblicato Classe 1911 – I sogni devono attendere, un romanzo ambientato nel decennio 1935 – 1945, che ha partecipato al Premio Campiello 2023. Per i bambini ha pubblicato Yosef e le sfere lucenti, un racconto con illustrazioni ad acquerello, realizzate da Elena Levorato. Ha scritto, inoltre, numerosi racconti, alcuni dei quali sono stati selezionati e pubblicati nelle antologie di premi nazionali e internazionali.

Genere: romanzo di denuncia / biografia
Editore: Brè Edizioni
Data di pubblicazione: 26 novembre 2023
Numero pagine: 187

Sinossi:
Nel cuore di un tranquillo paesino di una provincia veneta, l’adolescenza di Marta prende una svolta oscura quando cade vittima delle arti manipolatorie di un santone carismatico. Si ritrova vittima di abusi e violenze, intrappolata in una situazione che non avrebbe mai creduto le potesse capitare. Quante volte, anche noi, abbiamo detto o pensato “Io sono una persona con la testa sulle spalle. Ho un carattere forte e a me non capiterà mai.” La storia di questa giovane donna, invece, mette in discussione le nostre convinzioni sulla sicurezza e la resistenza personale, dimostrando che, nei momenti di fragilità, nessuno è davvero immune dal rischio di cadere nella rete delle sette religiose. I problemi possono essere diversi: una malattia, la perdita del lavoro o di una persona cara. Più banalmente la perdita di un amore. Ci si sente fragili, indifesi e quella guida spirituale utilizza parole giuste, parole che ci fanno stare meglio. E l’incubo inizia. Questa biografia, toccante, vera, a volte crudele, scava nei recessi più oscuri dell’animo umano e solleva importanti riflessioni sulla necessità di proteggere la nostra società da coloro che abusano del potere a spese degli indifesi. La mancanza di una legge specifica contro il plagio ha aperto la strada a individui come padre Antonio, permettendo loro di agire indisturbati, privando le persone della loro dignità, libertà e salute mentale senza timore di perseguimento legale. Una vicenda drammatica, una storia di denuncia, una verità che trasporta il lettore in un vortice di emozioni: incredulità, sgomento, orrore, odio e solidarietà per una vittima innocente.

 

Vi lascio un estratto:
La sensazione che la permanenza in comunità non fosse così idilliaca come aveva creduto, fu confermata già dai primi giorni.
A turno, le adepte dovevano alzarsi alle cinque del mattino per preparare la colazione ai ragazzi che di buon’ora partivano per andare a lavorare nella ditta di traslochi di padre Antonio.
Le altre si alzavano alle sei e mezzo e alle sette dovevano trovarsi in refettorio per la colazione.
In quella mezz’ora dovevano lavarsi, vestirsi, rifare il letto e riordinare la camera perché, come aveva detto padre Antonio a Marta appena arrivata, dopo tale orario era severamente vietato accedervi, anche se ammalati. Nessuno poteva allontanarsi dal posto di lavoro assegnato.
Prima della colazione vi era la preghiera che durava una decina di minuti, dopo, dalle otto alle otto e mezzo, la lezione di aramaico.
Dopodiché al lavoro, secondo quanto stabilito dai turni.
Le turnazioni riguardavano i lavori in cucina, al computer e nella manovalanza. Uno o due persone erano addette agli animali.
Il lavoro con i computer consisteva nello sbobinare tutti i discorsi di Babi fatti nei cammini o durante le messe.
I lavori di manovalanza erano dei più vari: scavare fossetti per ospitare condutture o tubazioni; pulire il giardino; fare malta e trasportarla con secchio e carriole; portare i mattoni dove serviva, dopo averli scalpellati per togliere la calcina; pulire i mobili recuperati per poterli poi rivendere.
Marta lavorava dodici ore al giorno, senza mai fermarsi, neanche per pochi minuti. Riposare era proibito, e le ragazze dovevano sempre essere impegnate altrimenti, diceva Babi, il male si sarebbe impossessato di loro e dei loro pensieri, portandole al peccato.
E tutti i lavori dovevano essere svolti sempre in assoluto silenzio. Era permesso parlare solo al momento delle preghiere, dei cammini o quando si doveva rispondere a Lui. Il divieto si estendeva nella camera da letto e anche nel refettorio dove padre Antonio, tramite un’audiocassetta, faceva ascoltare una delle Sue prediche.
E a fine giornata, prima di andare a letto, assieme alle altre ragazze si doveva inginocchiare in corridoio per aspettare la benedizione di Babi che, quando arrivava, sceglieva una di loro per andare a recitare le preghiere della notte e ad aiutarlo nelle necessità prima di stendersi.
Certo che, stanca com’era, non potere coricarsi subito era una tortura, ma essere chiamata nella Sua stanza era un privilegio troppo grande a cui ognuna di loro aspirava.
Dopo neanche una settimana dal suo arrivo, finalmente padre Antonio scelse lei.
Nonostante la stanchezza fisica e gli occhi che a fatica riusciva a tenere aperti, entrò nella camera, eccitata e piena d’orgoglio per quella grazia che aveva appena ricevuto.
Lui andò in bagno e ne uscì pochi minuti dopo, vestito solo dalla cintola in su.
A Marta mancò il respiro. Sentì le guance andare in fiamme e abbassò subito lo sguardo, per evitare cadesse di nuovo su quel membro che flaccido cadeva tra le Sue gambe.
«Non devi sentirti in imbarazzo» le disse Lui mentre si sedeva su una poltroncina ai piedi del letto «il Mio pene è l’organo più puro che Io abbia. Tu hai mai avuto un fidanzato?»
Marta, sempre con lo sguardo abbassato, fece di no con la testa.
«Quindi, non hai mai toccato un pene, tu.»
Marta scosse di nuovo il capo, incassandolo il più possibile tra le spalle.
«Bene, molto bene. Questo ti permetterà di parlare agli incontri, perché sei pura, sei una persona santa. Ora prendi la crema che è sul comodino e spalmamela sulle gambe. Questa brutta insufficienza circolatoria mi costringe a metterla ogni giorno. Una seccatura, ma per fortuna ho voi che mi aiutate.»

 

Interessante, cosa ne dite?

Buona lettura!