BLOG/REVIEW TOUR:
Il fascino della storia e dei vicoli buii
La rosa e il Pettirosso di Arianna Colomba

Ogni romanzo ci porta a viaggiare in luoghi distanti, a volte solo di chilometri, altri nel tempo.
In La Rosa e il Pettirosso, Arianna Colomba ci trasporta in vicoli bui, anni fatti di indigenze, malattie e sangue che scorre per i vicoli tetri di una Londra ottocentesca.
Ma lasciamo che da Cicerone per inoltrarvi in questi luoghi sia proprio la scrittrice…

Salve a tutti! Che ne dite di fare quattro chiacchiere insieme? Perché, miei cari, oggi vorrei parlarvi di una cosa che amo da impazzire, ovvero l’ambientazione de “La Rosa e Il Pettirosso”. Perché, a mio avviso, non si può davvero parlare di Romanzo Gotico senza pensare all’Epoca Vittoriana e, in particolar modo, a Londra.

Sebbene alcune delle vicende si svolgano anche in Scozia, Londra rimane la sede principale di tutto il racconto. Tra la fuliggine delle fabbriche, l’umidità del clima e i vicoli infestati tanto dai ratti, quanto dai nobili, la metropoli inglese rappresenta il contrasto sociale più affascinante dell’epoca.

Ed è proprio qua, in luoghi realmente esistenti, che si svolge la trama del nostro romanzo. Vi avviso che, leggendo attentamente, si può riconoscere ogni punto della City (nonché dei quartieri limitrofi) menzionato.

La Villa delle Rose, il bordello di Nikolas, è uno dei pochissimi luoghi che ho inventato, sebbene la collocazione sia tutt’altro che fantastica. Si trova di fatti nella zona di Southwark (come si può intuire dal fatto che Aileen e Nicolle si rechino al Borugh Market senza passare dal London Bridge) mentre, più tardi, Lachlan fa la sua apparizione esattamente dalla parte opposta del fiume, a ridosso della Chiesa di San Magnus Martire.

Ogni piccolo dettaglio, ogni angolo descritto corrisponde a una zona esistente, che è stata trasposta nella sua versione Vittoriana grazie anche a ricerche storiche e sociali svolte per la realizzazione dell’intero romanzo.

Perché è facile perdersi nei vicoli Londinesi, tra il buio e la pioggia battente. Là dove la musica si confonde assieme al fetore dei topi e quello del rimpianto, dove aspirazioni e fallimenti camminano a braccetto, così come nobildonne e assassini.

È sullo sfondo di una città sotto la pressione sempre più assordante della crescita industriale che si sviluppano gli intrecci di questa storia. Perché l’Epoca Vittoriana vide un grande cambiamento, in cui la scienza prese a poco a poco il sopravvento sulla ragione. Lo sfruttamento minorile, così come la prostituzione, erano all’ordine del giorno. Non c’era tutela per i sempre più frequenti incidenti sul lavoro e chi rimaneva mutilato finiva per ritrovarsi in strada, povero, a elemosinare.

Fu proprio quando l’uomo si rese conto di non essere più nient’altro che un numero, che figure come i Medium presero il sopravvento, donando sollievo a coloro che rimanevano.

Ma non c’è solo tristezza nell’Epoca Vittoriana, c’è anche la riscoperta dell’erotismo, della passione e dell’amore carnale.

Ed è proprio di tutto questo, e molto altro, che voglio parlarvi ne “La Rosa e il Pettirosso”.

I blog coinvolti sono:

Sognare Leggi e Sogna, Tre gatte tra i Libri,
Coccole tra i Libri, Un cuore tra i Libri,
Peccatrici Librose, Rivendell: Katy Booklover,
Silvia tra le righe, Eynys Paolini, Paper Purrr,
Letture Sale e Pepe, Buona Lettura.