La parola all’autore:
Isolati e contenti
di Ilaria Carioti

Buongiorno lettori,
eccomi con la rubrica “La parola all’autore” (se ancora non la conoscete è una rubrica di approfondimento su autrici e autori e i loro libri, e gli approfondimenti sono scritti direttamente dalle autrici e dagli autori interessati).

Oggi vi presento Ilaria Carioti che ci parla del suo romanzo “Isolati e contenti” (in fondo al post tutti i link riguardanti l’autrice).


Ho scritto “Isolati e contenti” subito dopo la pandemia.

Sentivo il bisogno di raccontare l’esperienza più forte vissuta dalla nostra generazione, ma con l’ottimismo che caratterizzano le mie storie. Ho accennato all’isolamento forzato, alle strade deserte e alla tristezza nei cuori, ma incentrando gli avvenimenti in una bolla perfetta: un’isoletta assolata, ben lontana dal mondo grigio della pandemia.

Alice sta per farsi suora ma a causa di problemi di salute le viene consigliato di lasciare temporaneamente il convento. La pandemia farà il resto, costringendola a trasferirsi, insieme a sua sorella Elisa e suo cognato Giordano, sull’isola di San Biagio, piccolo scoglio di proprietà di quest’ultimo a largo di Napoli.

Forse, leggendo fin qui, qualcuno potrebbe trovare una certa similitudine… Era stato già raccontato di un’aspirante suora costretta a lasciare il convento per via di un’epidemia…

Ebbene sì, lo ammetto, lo spunto iniziale per dar vita alla protagonista l’ho preso da “Storia di una capinera”. Lo svolgersi degli eventi, però, come i lettori si renderanno conto, portano decisamente altrove.

Mi sono chiesta: cosa sarebbe successo alla povera Maria se si fosse trovata davanti alla pandemia del terzo millennio, al posto di un’epidemia di colera del diciannovesimo secolo? Be’, le cose sarebbero andate diversamente. Tanto per cominciare, nessuno l’avrebbe costretta a farsi suora. E infatti, la decisione di Alice di prendere i voti è tutta sua, dovuta a un terribile lutto che l’ha colpita. A San Biagio però si ritroverà a metterla in discussione quella scelta, conoscendo un uomo che sulla carta non avrebbe dovuto rappresentare alcuna tentazione, ma si sa, la verità spesso è diversa da come appare in un primo momento. Jeff Del Drago, amico fraterno di suo cognato Giordano, trascorre con loro il lock-down e se all’inizio sembra solo un donnaiolo superficiale, poi dimostrerà tutt’altro portando a far vacillare le certezze di Alice… Da qui, si comincia a intuire che non si tratta di una tragedia shakespeariana 🙂 , né di una storia drammatica ma di un romance, perché per me il lieto fine è d’obbligo e anche una sana ironia! Per il resto, direi di lasciare che i lettori lo scoprano da soli 😉

Grazie davvero di cuore Ilaria per questo approfondimento sul tuo romanzo… interessante, ed è bello pensare che ci sia sempre un lieto fine, ma non sempre è quello “giusto”… lo scopriremo con il tuo libro 😉

E voi cosa ne dite?

Buona lettura!

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