Segnalazione:
Di troppa (o poca) famiglia
Radici, zavorre e risorse:
un percorso dentro le relazioni affettive,
verso la libertà
di
Ameya Gabriella Canovi

Buongiorno lettori,
per Sperling & Kupfer vi segnalo il saggio “Di troppa (o poca) famiglia – Radici, zavorre e risorse: un percorso dentro le relazioni affettive, verso la libertà” di Ameya Gabriella Canovi.

Autrice già conosciuta per il saggio Di troppo amore – Fuori dal labirinto della dipendenza affettiva.

SULLA SCIA DEL SUCCESSO DEL SUO SAGGIO DI TROPPO AMORE, SULLE RELAZIONI E LE DIPENDENZE AFFETTIVE, AMEYA GABRIELLA CANOVI TORNA CON UN SECONDO VOLUME PER PARLARE DI FAMIGLIA, RADICI E CONOSCENZA DI SÉ.

“Nel mio primo libro ho scritto di relazioni, in particolare di quelle collose e molto dolorose, caratterizzate appunto da una dipendenza affettiva. Visto il grande interesse suscitato dal tema, ho deciso di approfondire puntando i riflettori laddove, a mio avviso, tutto inizia: la famiglia.”  

        Ameya Gabriella Canovi

Biografia:
Ameya Gabriella Canovi, psicologa e PhD, è esperta nello studio delle relazioni e della dipendenza affettiva e ha una lunga esperienza di sostegno a persone imprigionate in dinamiche disfunzionali. Segue un approccio sistemico-relazionale con uno sguardo focalizzato sulla famiglia. Conduce seminari e corsi di crescita personale. È stata ospite dei format Amore criminale Sopravvissute su Rai 3. Con Sperling & Kupfer ha pubblicato, nel 2022, il suo primo libro, Di troppo amore, divenuto in poco tempo un bestseller amato da migliaia di lettori.

http://www.ditroppoamore.it

Genere: saggio
Editore: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 11 aprile 2023
Numero pagine: 256

Sinossi:
Quando pensiamo alla famiglia, la prima immagine che ci viene in mente è, con buona probabilità, quella di due genitori e dei relativi figli. D’altronde, oggi il concetto di famiglia è talmente interiorizzato e condiviso che quasi mai si riflette sul suo reale significato e sul ruolo che gioca nella vita di ognuno di noi. C’è persino chi sostiene di non averne una, ignorando che famiglia si è, prima di tutto, con se stessi: tutti noi, che ci piaccia o no, siamo anche la somma delle storie di chi ci ha preceduto. Proprio di questo tratta Ameya Canovi nel suo nuovo libro, partendo dal presupposto che ogni nucleo familiare è come un albero: le radici, forti oppure fragili, lo nutrono e sostengono, e i rami crescono dando origine, in alcuni casi, a foglie e frutti, in altri restando «a maggese». Insieme a coloro che sono venuti prima, quest’albero forma una foresta che può essere prospera e rigogliosa o, al contrario, poco accogliente. Trovare il coraggio di prendere il proprio vissuto e addentrarsi in quel bosco alla scoperta delle tracce di chi ci ha preceduto non è facile. Spesso, però, è l’unico modo per conoscere davvero se stessi. È questo il viaggio in cui ci accompagna l’autrice: fra trattazione, ricordi personali, soste riflessive e testimonianze in cui ogni lettore può riconoscersi, dimostra come ricostruire la propria storia familiare sia fondamentale per scoprire le proprie eredità emotive, la presenza di traumi transgenerazionali, il modo in cui ci relazioniamo a noi stessi e agli altri. Tenendo a mente che, qualunque siano la nostra storia e le nostre radici, è sempre possibile prendersi cura delle ferite e trasformarle in risorse.

Interessante.
Voi cosa ne pensate?

Buona lettura!