Segnalazione:
Giacomo Matteotti, figlio del Polesine.
Un grande italiano del Novecento

di
Diego Crivellari e Francesco Jori

Buongiorno lettori,
per APOGEO EDITORE vi segnalo il saggio: “Giacomo Matteotti, figlio del Polesine. Un grande italiano del Novecento” di Diego Crivellari e Francesco Jori.

Nel centenario del rapimento e dell’omicidio di Matteotti.

Prefazione di Francesco Verducci; Postfazione di Marco Almagisti

Biografie:

Diego Crivellari, classe 1975, laureato in Filosofia, ha lavorato in ambito editoriale ed è docente di ruolo nelle scuole superiori. Attualmente è presidente del C.U.R. (Consorzio Università Rovigo) e membro del comitato scientifico dell’Istituto polesano per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea (IstPolRec). Autore dei volumi “Scrittori e mito nel Delta del Po” e “Mistero adriatico”.

Francesco Jori, classe 1946, laurea in Scienze Politiche, giornalista. Ha lavorato al “Resto del Carlino”, al “Mattino di Padova” e al “Gazzettino”, di cui è stato inviato e vice direttore. Autore di diversi testi sulla storia veneta, premio Brunacci 2023 alla carriera per la divulgazione storica.

Genere: saggio
Editore: APOGEO EDITORE
Data di pubblicazione: 22 febbraio 2023
Numero pagine: 204

Sinossi:
Cent’anni fa, il 10 giugno 1924, a Roma veniva rapito e assassinato Giacomo Matteotti, parlamentare socialista polesano. Protagonisti del delitto furono i componenti di una squadraccia fascista; ma la responsabilità va attribuita al vertice del nascente regime, con in testa il suo capo Benito Mussolini. A lui e al suo partito Matteotti aveva duramente contestato il clima di violenza che ne aveva caratterizzato l’ascesa al potere; e proprio pochi giorni prima dell’assassinio, aveva denunciato in maniera circostanziata i brogli che avevano caratterizzato le elezioni del 6 aprile. Da sempre il politico polesano era nel mirino fascista, per l’energia, l’impegno, il coraggio con cui ne aveva contrastato l’ascesa, ergendosi a difensore ad oltranza della democrazia. Il libro di Crivellari e Jori ne ricostruisce la figura inserendola nel contesto umano, sociale e politico di cui è espressione: un Polesine arretrato ma ricco di fermenti, nel quale Matteotti si è schierato fin dall’inizio a sostegno e tutela dei ceti deboli, partendo dai contadini. Il testo ripercorre le tappe politiche della sua azione, dal livello locale fino a quello nazionale, mettendo in luce il contributo determinante da lui dato al miglioramento delle condizioni di vita ma anche e soprattutto alla presa di coscienza delle classi subalterne. In parallelo, viene proposta una rivisitazione della tormentata storia del Polesine, area per secoli emarginata, mettendo in luce il profondo legame di Matteotti con la sua terra e il suo impegno fin da giovanissimo nel campo del socialismo, di cui ha rappresentato e rappresenta tuttora un essenziale punto di riferimento. Un lavoro di ricerca accompagnato da un’ampia documentazione sull’attività del politico polesano, fino allo straordinario discorso del 30 maggio 1924 alla Camera, di attacco frontale al fascismo, che pochi giorni dopo gli costerà la vita.

[…] Quella data in questo 2024 compirà cento anni, ma non importa quanto tempo sia passato: è una data viva, perché parla e ammonisce il tempo di oggi; è uno dei tornanti più drammatici della nostra storia e uno dei più significativi per i valori di democrazia, libertà e giustizia sociale incarnati dalla nostra Costituzione. Sarà importante costruire intorno a questa data una pedagogia civile e alla figura di Matteotti un senso di appartenenza, ancor più di quanto avvenga o sia avvenuto. Abbiamo il dovere e la responsabilità di rendere conto della nostra storia e di consegnare ai più giovani il senso del legame che c’è tra memoria e futuro, un patto condiviso tra le generazioni, un patriottismo repubblicano. Matteotti è un simbolo: rappresenta il coraggio degli ideali democratici contro la tirannia e la dittatura. (dalla prefazione di Francesco Verducci)

[…] Il lettore che si soffermi sulle pagine di questo libro ha la possibilità di vedere ricostruito il Veneto dell’inizio del Novecento e di seguire, da una peculiare prospettiva, l’avvento, nel nostro paese, della politica di massa. Nella ricerca degli autori emergono ampi frammenti di una società locale stratificata e policroma. Raffigurato in molti studi quale emblema della cultura politica locale “bianca”, di matrice cattolica, il contesto veneto riemerge in queste pagine come realtà storicamente diversificata e politicamente contendibile. (dalla postfazione di Marco Almagisti)

 

Cosa ne pensate?

Buona lettura!