Eccovi l’incipit del romanzo:
La festa delle lanterne stava giungendo al suo termine, ma Daiyu avrebbe voluto fermare il tempo per potersi godere ancora un po’ quella libertà illecita che era riuscita a trascinarla lontano dalla casa di suo padre, e aveva condotto i suoi piedi al giardino delle Nubi Brumose.
Quando la ragazza aveva varcato la soglia di quel luogo, una calma celeste le si era adagiata sulle spalle e l’aveva sospinta tra le colline verdeggianti e gli specchi d’acqua limpidi, popolati da uccelli canterini e carpe dorate. Quegli esseri, parevano brillare più dell’eterna Chang’an.
La capitale dell’impero, quella notte, si era tinta delle sfumature del fuoco. A Daiyu sarebbe bastato sollevare lo sguardo per osservare le mille lanterne che si andavano disperdendo nel cielo oscuro, simboli di gioia per gli altri e di tristezza per lei.
Infine una breve relazione del contesto storico:
La Giada di Chang’an è ambientata in Cina, durante gli anni della dinastia Tang, (618 al 907 d.C), un periodo assai florido per il paese. La capitale è Chang’an, la città della pace eterna, una delle più grandi dell’epoca. Era costellata da palazzi, possedeva grandi mercati e templi di ogni tipo. Nella città, infatti, vigeva l’assoluta tolleranza religiosa, essendo un luogo multietnico. Anche le arti erano praticate, tra cui scultura e pittura. Gli uomini erano soliti a studiare i precetti confuciani, mentre le donne preferivano curare il loro aspetto indossando delicati hànfù dalle pregiate sete.
Tuttavia, è anche un periodo di conflitti. Nella penisola coreana i tre regni di Goguryeo, Baekje e Silla si scontrano tra loro per ottenere la supremazia e unificare il paese. Silla, temendo di essere sottomessa da Goguryeo, cerca di instaurare un’alleanza con il grande Tang e grazie a essa riesce a sottomettere il regno avversario, creando il Silla unificato.
Nel deserto, invece, si cominciano a tracciare le rotte commerciali della Via della Seta. I cinesi e i mercanti provenienti dal medio oriente entrano in contatto e questi ultimi riescono persino ad arrivare a Chang’an, dove commerciano i loro prodotti. I mongoli e i barbari, però, razziano tra le dune, rendendo un luogo già di per sé inospitale ancora più pericoloso.
Mi affascinano i romanzi ambientati in oriente… bello! Me lo segno. Ciao Ilaria 🙂
Allora poi fammi sapere cosa ne pensi 🙂