Segnalazione:
RADIOGRAFIA DI UN MISTERO IRRISOLTO

Le Brigate Rosse (e lo Stato) nel sequestro Gancia
di
Simona Folegnani e Berardo Lupacchini

Buongiorno lettori,
per BIBLIOTHEKA vi segnalo il saggio: “RADIOGRAFIA DI UN MISTERO IRRISOLTO – Le Brigate Rosse (e lo Stato) nel sequestro Gancia” di Simona Folegnani e Berardo Lupacchini.

UN LIBRO INDAGA SU UNA DELLE PAGINE PIU’ OSCURE DEGLI ANNI DI PIOMBO, IL SEQUESTRO DELL’IMPRENDITORE GANCIA DA PARTE DELLE BRIGATE ROSSE

Il rapimento durò un solo giorno. Lo scontro a fuoco con i carabinieri provocò la morte dell’appuntato Giovanni D’Alfonso e della terrorista Margherita Cagol, moglie di Curcio.

Biografie:

SIMONA FOLEGNANI è nata a La Spezia. Laureata in Scienze Giuridiche e Giurisprudenza. Giornalista, collabora con quotidiani e radio locali. Ha pubblicato Brigate Rosse. L’invisibile (Falsopiano, 2021).

BERARDO LUPACCHINI, giornalista, dirige il periodico pescarese Lacerba, scrive per Il Messaggero dal 1996. Ha pubblicato Brigate Rosse. L’invisibile (Falsopiano, 2021).

Genere: saggio
Editore: BIBLIOTHEKA
Data di pubblicazione: 24 novembre 2023
Numero pagine: 400

Sinossi:
La mattina del 4 giugno 1975 le Brigate Rosse sequestrano l’industriale Vittorio Vallarino Gancia, figlio del proprietario dell’omonima casa vinicola piemontese. L’obiettivo è ottenere un riscatto per finanziare la lotta armata, ma il rapimento si conclude il giorno successivo, vicino ad Acqui Terme, dopo l’irruzione dei carabinieri nella cascina in cui è tenuto nascosto l’imprenditore, che viene liberato incolume. Nello scontro a fuoco muoiono l’appuntato dei carabinieri Giovanni D’Alfonso e la terrorista Margherita Cagol, la brigatista che fondò le BR insieme a Renato Curcio.

A distanza di quasi cinquant’anni da quell’episodio, Simona Folegnani, giornalista laureata in Scienze giuridiche e Giurisprudenza e Berardo Lupacchini, giornalista impegnato in ricerche e indagini investigative e collaboratore del Messaggero, cercano di fare luce su uno dei misteri più oscuri del terrorismo rosso. Il risultato è il libro Radiografia di un mistero irrisolto. Le Brigate Rosse (e lo Stato) nel sequestro Gancia, che Bibliotheka manda in libreria il 15 dicembre (400 pagine, 18 euro, edizione ebook a 4,99). La prefazione è di Federico Fornaro, Segretario della Commissione d’inchiesta sul rapimento e la morte di Aldo Moro.

Gli autori si chiedono perché il nome di un indiziato prevalga su tutti gli altri, danno voce a documenti inediti e introducono nuovi elementi in grado di far luce su un episodio importante nella storia delle Brigate Rosse nel tentativo di dipanare il mistero che avvolge una delle pagine più oscure dei cosiddetti “anni di piombo”.

Il 5 giugno 1975 rappresenta una data fondamentale nella storia delle Brigate Rosse e del terrorismo italiano. Nelle vicinanze di Acqui Terme fu uccisa in un conflitto
a fuoco Margherita Cagol, una delle fondatrici delle BR con Renato Curcio e Alberto Franceschini. Il primo dispaccio sulla sua morte venne diffuso dall’Ansa alle 17.40 di venerdì 6 giugno 1975. Erano tre righe scarne: «La donna rimasta uccisa ieri nel conflitto a fuoco con i carabinieri è stata riconosciuta: è Margherita Cagol, moglie di Renato Curcio» In quella drammatica giornata rimase gravemente ferito il tenente Umberto Rocca e perse la vita l’appuntato dei Carabinieri, Giovanni D’Alfonso, uno dei primissimi caduti nella lunga guerra combattuta dall’Arma e dalle forze dell’ordine contro il terrorismo, una morte violenta che non ha mai avuto giustizia. Per questa ragione il figlio di D’Alfonso, Bruno, nel 2021, ha presentato un’istanza per la riapertura del caso che è stata accolta. Dopo il nuovo avvio delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Torino e della Procura nazionale antiterrorismo spetterà dunque alla magistratura, se vi riuscirà a così tanti anni di distanza, individuare gli eventuali responsabili(3). Lavori d’inchiesta giornalistica come quello di Simona Folegnani e Berardo Lupacchini aiutano, invece, a non far cadere nell’oblio il clima politico dei primi anni ‘70, grazie a un lodevole sforzo per riconnettere i fili delle relazioni e le storie personali, al fine di giungere all’obiettivo finale di mettere in evidenza le molte contraddizioni e dissipare i tanti dubbi che fecero da sfondo al conflitto a fuoco della cascina Spiotta, ad 
Arzello di Melazzo, il 5 giugno 1975. (dalla prefazione)

 

Cosa ne pensate?

Buona lettura!