Segnalazione:
Sulla bocca della gente
di
Maria D’Ariis

Buongiorno lettori,
per Brè Edizioni vi segnalo il romanzo: “Sulla bocca della gente” di Maria D’Ariis.

Un romanzo rosa ambientato nel Friuli, terra fredda per il clima, ma non per le passioni!

Biografia:
Maria D’Ariis nasce a Trieste nel 1974. Dopo essersi trasferita, parecchi anni fa, in un piccolo centro della provincia di Udine, a breve distanza da Lignano Sabbiadoro, ha sviluppato un profondo amore per la regione del Friuli, che ha influenzato notevolmente la sua scrittura. Fino alla scelta di utilizzare lo pseudonimo per le sue opere richiamando nel cognome il comune friulano di Ariis. Dopo aver frequentato il liceo classico, ha conseguito una laurea in Scienze Naturali. Attualmente è mamma di due ragazze e lavora per una holding nazionale, ma la scrittura è diventata per lei una vera passione che le permette di sfuggire allo stress quotidiano e che solo di recente ha deciso di condividere col pubblico.


Genere: romanzo romance / romanzo d’amore
Editore: Brè Edizioni
Data di pubblicazione: 18 giugno 2023
Numero pagine: 309

Sinossi:
Finire “Sulla bocca della gente” è facile per chi abita in provincia. Resistere diventa un obbligo, in un ambiente in cui la sostanza soccombe all’apparenza. Sono le suggestioni da cui prende vita questo romanzo che esplora con ironia le dinamiche della provincia italiana. Nel cuore dei pettegolezzi si scoprono Miriam e Linda, madre e figlia che si ritrovano sole dopo la separazione dal padre della ragazza, avvenuta quando era ancora una bambina. Proprio per questo Linda è una sognatrice, alla ricerca di un amore che possa colmare il vuoto lasciato da un papà assente. Miriam, in compenso, è una donna determinata, segnata da un’esistenza difficile, ma che nel campo sentimentale tende ad arrendersi alla prima difficoltà. Entrambe cercano l’appagamento rifugiandosi nel lavoro: Linda come impiegata in una concessionaria di auto di lusso e Miriam nei suoi saloni di bellezza. Sfide quotidiane in un ambiente snob, dove l’etichetta trionfa sul contenuto. Mentre Miriam incontra Gianluca, un politico separato da una moglie complicata, Linda si lascia coinvolgere in un amore impossibile per Jacopo. I contesti sociali e le complicazioni familiari rendono la loro storia una moderna caricatura di Romeo e Giulietta, condita tuttavia dalla speranza di una commedia romantica, perché “d’amore non si muore più”. La suggestiva cornice di Udine e dei paesaggi incantevoli del Friuli diventa lo sfondo di questa storia che trascina il lettore in un vortice di situazioni esilaranti, equivoci, battibecchi, intrighi e colpi di scena, percorrendo un viaggio di riflessioni sulle priorità nella vita, sul conflitto generazionale e sul vero significato dell’amore. Nel panorama di personaggi indimenticabili di “Storie di piccola città”, come l’enigmatico Ivan, soprannominato “Satana”, che si rivelerà un prezioso alleato, fino a Giacomo, il buffo quanto affascinante avvocato rubacuori, e con l’entrata in scena di Augusto, disposto a tutto pur di accaparrarsi il potere, “Sulla bocca della gente” si muove con una trama stuzzicante e un finale inaspettato. Ridere, sognare e innamorarsi: questi sono i pilastri della vita di Miriam e Linda, in una storia che lascia concludere che l’amore trionfa sempre.

 

Vi lascio un estratto:

Oh cavolo.

Depongo le armi.

Sandra Santin, l’avvocato, è mia cliente nonché amica di Giacomo e sua socia. E ho sempre sospettato qualcosa di più, dato che per un periodo li vedevo spesso pranzare assieme. Che, ok, colleghi, ma non serve stare uno addosso all’altro anche durante i pasti. A parte questa personale illazione, parliamo di una donna non bella, di più. Nonostante i suoi quasi cinquant’anni, ormai, non è solo per la cura di se stessa che fa invidia, quanto per il portamento, l’eleganza e quella sua vena snob che mi costringe a dedurre che un uomo che ha avuto un esemplare come quello per casa, in me non ci possa trovare proprio niente di un bel niente.

“Non stanno assieme da ormai dieci anni” osservo alla ricerca di qualche appiglio che tanto ormai trova il tempo che trova.

“Sì, perché lei lo ha lasciato per un altro, con cui poi si è lasciata mettendosi con un altro e poi con un altro ancora. Ma lui non si arrende. Lui, lo sanno tutti in città, la ama ancora.”

Evelina è perentoria, cavolo. La sicurezza con cui alcune mie concittadine fanno affermazioni sulle vite altrui, mi fa pensare che ci vivano assieme, o che si nascondano dietro le loro finestre a sbirciare, o che in qualche modo intercettino le loro conversazioni telefoniche. A me, da quell’unico riferimento che ha fatto su di lei mentre eravamo a cena Gianluca ha lasciato intendere di averla ben che sepolta la moglie e sotto un bel po’ di strati.

“Sta di fatto che ora pare se la faccia con una sua assistente. È consigliere regionale, lo sai?” prosegue la mia informatrice.

“Politico?” chiedo, non mi intendo di queste cose “sono stata salvata da un’autorità, mi vuoi dire?”

“Bon, un banale consigliere. Ma perché mi fai tutte queste domande?” chiede con fare sospetto.

Che domande? Stai parlando solo tu.

“Solo perché ero curiosa di capire, è stato molto gentile con me e stavo pensando a un modo per ringraziarlo, solo che non so nulla di lui e…”

“Potrai ringraziarlo di persona, allora, perché sta entrando in questo momento.”

La pettegola mi indica col mento la porta, in quel lasso di tempo che io voltandomi lo vedo già al banco dell’accoglienza. Mi si stringe lo stomaco e mi incazzo. Sono in maglietta e pantaloni neri, divisa da lavoro, lui invece è bellissimo, in un abito blu coperto da un trench dello stesso colore e una camicia celeste appena aperta sul primo bottone del colletto.

Accelero sulla piega della signora Bonetti.

“Ecco fatto, Elvira, ora ti mando una delle ragazze a darti una spruzzata di lacca e sei pronta.”

Il tempo di massaggiarmi il braccio indolenzito e mi sono già fiondata da lui.

“Ciao! Cosa ci fai qui?” gli chiedo meravigliata.

“Miriam, il signore ha un taglio, l’appuntamento è a nome Giacomo Zanini, che ci ha detto che dobbiamo dargli precedenza assoluta quando chiama, perché è tuo marito” mi comunica preoccupata Tamara, ma ha ragione, uno dei pochi privilegi che ho lasciato al mio ex, che si è arrogato, è di poter venire quando vuole, che un buco, soprattutto per sistemare i capelli a un uomo, lo si trova sempre.

“Cristian si dovrebbe liberare a minuti” comunica la mia dipendente a Gianluca, invitandolo ad accomodarsi nel salottino.

“No, Tamara, non serve. Mi occupo io del signore” annuncio mentre lo guardo.

Lui mi guarda.

Ci guardiamo.

Sembriamo due idioti.

E io devo lavorare. Ora mi tocca invece tagliare i capelli a un maschio. Cosa che non faccio da una vita. Ho una stretta. Sotto la cintura dei pantaloni, già me lo immagino, con i capelli bagnati sotto le mie mani che lo massaggiano. Pulsioni.

“Accomodati al lavatesta” mi avvicino a lui con una sensualità che credevo ormai abbandonata all’imminente menopausa.

Mentre si appoggia, vedo Chantal, la shampista, andare da lui. La scanso.

“Questi capelli li lavo io” le lancio un’occhiataccia di quelle che temo andrà a piangere in bagno chiedendosi cos’ha fatto di male. Le stagiste sono sempre un po’ ansiose.

“Va bene l’acqua? O la vuoi più calda?”

Oh cielo, cosa sto dicendo. Ma non solo. Gli sto massaggiando testa e tempie col medesimo erotismo che ci metterei facendo sesso con lui. E di peggio c’è da dire che lui non nasconde di sentirsi coinvolto in queste mie coccole.

Placo le mie pulsioni ormonali. Salterò l’impacco rinforzante e lo metterò subito sulla sedia. Con le forbici darò meno adito a doppi sensi.

“Hai una testa bellissima. Davvero, una forma fantastica, solo che bisogna stare attenti agli scalini. Adesso vedi si portano così” prima carezza alla tempia “e poi qui un po’ più corti” sfioro la nuca. Lo guardo e lui sembra ammaliato. Sarà che aiuta la mia maglietta scollata, da lì sotto seduto si deve godere davvero di un piacevole spettacolo, soprattutto quando mi fermo davanti al suo naso. Proprio dove mi sono piazzata adesso, sporgendomi, per tagliare con le mie forbici il centro testa e afferrandogli il viso tra le mani controllare per bene che sia tutto a posto.

“Solo io in città sono brava a evitare gli scalini su teste come la tua.”

“Allora dovrò venire sempre qui. A godere della tua arte.”

Oggi non mi sembra chissà che preoccupato che sia la ex del suo migliore amico.

“Sempre, vieni sempre. Ti faccio io il lavoro” gli rispondo con una voce che solo lei dal tono è già un doppio senso.

“Cosa fai oggi a pranzo?”

“Non ho posto a pranzo, chiudo” gli rispondo sovrappensiero.

 

Interessante, cosa ne dite?

Buona lettura!