Segnalazione:
Piccoli segreti mantovani
di
Fabrizio Binacchi

Buongiorno lettori,
per Oligo editore vi segnalo il saggio: “Piccoli segreti mantovanidi Fabrizio Binacchi.
Prefazione di Giancarlo Malacarne.

Biografia:
Fabrizio Binacchi è nato a Suzzara, in provincia di Mantova, nel 1960. Giornalista Rai, ha condotto il Tg1, Linea Verde Italia Agricoltura, ed è stato capo dei Tg regionali di Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna. Ha diretto le Sedi Regionali Rai di Trieste, Trento, Milano e Bologna. Docente universitario a contratto, insegna Conduzione fonetica al master di Giornalismo dell’Università di Bologna e Giornalismo scientifico all’Università di Parma. Tra i suoi libri ricordiamo Luoghi comuni. Il potere della parola. (Minerva, 2021)

Genere: saggio
Editore: Oligo editore
Data di pubblicazione: 20 giugno 2023
Numero pagine: 180

Sinossi:
«Siamo un po’ tutti di provincia. Anche Gesù è nato in un paesino».

(Renzo Dall’Ara)

L’Italia è un Paese di “metropoli della mente” e “borghi del cuore”, una nazione di comuni e frazioni, di province e valli. Più o meno siamo messi così: 25 milioni nelle città metropolitane e gli altri 35 milioni in provincia o nelle città di provincia, come Mantova, raccontata tra ricordi e aneddoti da un giornalista di lungo corso, battezzato alla “Gazzetta di Mantova” e poi per una vita in Rai. I pellegrinaggi alle Grazie per il mese di maggio e il “rito del cotechino ad agosto”, ma anche la misteriosa atmosfera delle golene del Po, il mondo delle corti agricole con i riti della mungitura e del bucato del lunedì con la cenere al posto del detersivo. Le ferite del terremoto, “il nudo al Ducale” per Maria Bellonci, i big della politica in piazza Erbe. Questi e tanti altri i Piccoli segreti mantovani, uniti da un file-rouge fatto di “visioni” semplici e immediate di un universo in via d’estinzione.

Il bel lavoro di Fabrizio Binacchi, giornalista di conclamata fama e docente, va accolto con lo spirito di chi si abbandona alla frequentazione di un mondo largamente scomparso. Le pagine che seguono sono incardinate su una scrittura semplice ma mai banale, non invasiva né dozzinale, finalizzata a partecipare stati d’animo, emozioni, immagini vive e pulsanti anche se registrate a distanza di anni. Vorremmo dire pagine di poesia. Una lettura che invita a interrogarci non su ciò che fa parte del passato ma invece del presente, quando non del futuro. Ma forse no, non si tratta di lavoro. È invece il desiderio di comuni-care; è una smania “vorace” di immortalare situazioni, emozioni, luoghi e personaggi attraverso una narrazione così sobria da destare sconcerto, così penetrante da indurre all’immedesimazione. (dalla prefazione)

 

Interessante, cosa ne pensate?

Buona lettura!